Le elezioni si vincono in Italia, non alla Casa Bianca
di Simona Maria Frigerio e Luciano Uggè
Andiamo oltre.
Oltre… all’investitura di Draghi sancita da Joe Biden che gli è valsa l’ultimo chiodo sulla bara dell’ennesimo fallimentare governo del presidente, spacciato dalla stampa mainstream come dei ‘migliori’. Le elezioni si vincono dialogando con gli elettori in Italia: primo principio della democrazia che, nel nostro Paese, si era ormai dimenticato dopo decenni di governi ‘tecnici’.
Oltre… a quel PD – effettivamente Partito di Destra – clericale e liberista, che ha puntato sul rosso quando da oltre trent’anni non sa nemmeno più cosa significhi quel colore ed è così distaccato dalla realtà e coccolato dalla stampa omologata da credere di vincere – a sinistra – schierandosi a favore di green pass, fedeltà all’Europa delle Commissioni (che nessuno ha eletto), e adesione alla Nato.
Oltre… alla rivendicazione forsennata di misure coercitive, punitive e divisive come il green pass in un’Italia trivaccinata che si è risvegliata dalle fandonie di politici e televirologi contagiosa e contagiata.
Oltre… a un Movimento 5 Stelle rinato dalle proprie ceneri per gli unici atti di coraggio (o orgoglio) di un’intera legislatura: rivendicare il rispetto dell’articolo 11 e di quell’obolo di povertà denominato reddito di cittadinanza.
Oltre… il sopore dei tre sindacati confederali che hanno permesso che milioni di lavoratori fossero lasciati a casa senza stipendio, dileggiati e oltraggiati, e che hanno taciuto di fronte a una guerra che porterà a un ulteriore smantellamento dello stato sociale, a un impoverimento della sanità pubblica e a fallimenti aziendali e aumento della disoccupazione.
Oltre… a quei verdi che hanno ripulito gas di scisto e rigassificatori, gasiere ed energia nucleare pur di sostenere una guerra, anch’essa inquinante e, oltretutto, con la continua minaccia di una nuova Chernobyl nell’impianto di Zaporizhia – costantemente bombardato da Kiev con le armi degli Occidentali; invece di spingere subito con investimenti sul fotovoltaico e il termodinamico.
Oltre… a quelle femministe che si sono arrovellate con gli asterischi e i diritti di texane e iraniane e adesso dovranno rendersi conto che il principio dell’autodeterminazione è sempre in pericolo ma qui, in Italia, quando impediamo al popolo del Donbass di fare un referendum così come quando imponiamo a un cittadino di vaccinarsi e, domani, quando – per la difesa del feto – impediranno alla donna di esercitarlo sul proprio corpo cancellando la vituperata legge sull’interruzione volontaria di gravidanza.
Oltre… quel che resta del partito comunista, discioltosi in rivoli che non trovano più la strada per riunirsi in un unico corso di pensiero, obliati dai media ufficiali che credono di rafforzare il PD cancellando tutto ciò che sta alla sua sinistra – ossia un’intera galassia – e incapaci di trasformare i social (che gran parte degli ex elettori comunisti considera solo produttori di fake news grazie alle campagne mediatiche dei fact checkers di regime) in mezzi efficaci di comunicazione e aggregazione come lo erano i semplici ciclostilati che si distribuivano al mercato, quando la politica si faceva ancora porta a porta, spalla a spalla, corpo a corpo.
Oltre… a due anni e mezzo in cui è stato imposto il distanziamento e, contemporaneamente, il tabù di manifestare, e si è promulgata una legge elettorale che porta in Parlamento solo i fedelissimi alla linea, prescelti dai partiti e, tra sbarramenti e premi di maggioranza, consegna il Paese all’agognata governabilità – che può anche tradursi in una pericolosa deriva anti-democratica, viste tutte le premesse, sia che viri verso il liberismo più sfrenato sia che opti per politiche anti-libertarie o istanze anti-sociali.
Oltre… quel 40%, o quasi, di non elettori che hanno in realtà votato perché non partecipando a quel rito, che consideriamo la base stessa dei nostri regimi democratici, hanno non solo dimostrato di disprezzare il principio stesso e di non riconoscersi in nessuna formazione (o non voler nemmeno fare lo sforzo di comprendere distinguo e programmi) ma altresì di sottoscrivere quanto sancito dalle urne: chi lascia il campo senza giocare la partita, la perde a tavolino.
Andiamo oltre. Questa è già storia.
La cecità dell’Unione Europea
Ciò che veramente andrebbe analizzato è il quadro più ampio. L’Europa non solamente ha perso ogni appeal, anche a causa di un sistema di gestione del potere che è tutto tranne che democratico (affidato a commissioni e leader non eletti direttamente, che pare rispondano più a interessi d’Oltreoceano o di asset finanziari internazionali che non ai cittadini dell’Unione). Ma è diventata altresì palesemente inefficace o neo-colonialista a livello diplomatico – non solamente in Donbass ma anche in Africa, dove vuole semplicemente depredare le risorse energetiche in questo momento di crisi così come ha razziato miliardi di dosi inutili di vaccini o continua a rendere impossibile l’afflusso di fertilizzanti e cereali dalla Russia – e miope di fronte alla vera minaccia per un futuro che noi vorremmo ben più democratico e garante delle libertà civili e dei diritti sociali.
La minaccia non è la Russia. La minaccia alla democrazia soprattutto sociale – e non solamente formale – è quell’oltranzismo di destra xenofobo e razzista che, unito a un capitalismo feroce in quanto finanziario e imperialista, può portarci a una nuova dittatura che non sarà quella fascista populista (ormai obsoleta) bensì liberista e anti-liberale, predatoria e arrivista tipicamente di marca statunitense con venature naziste tutte europee (e lo sdoganamento della Azov, con i giornalisti della cosiddetta sinistra che ne tessevano le lodi, è stato solo un primo segnale). Non dimentichiamo che anche il grande capitale, esattamente un secolo fa (la storia insegni, invece di essere messa da parte per favorire tecnicismi e nozionismo), fu ben felice dell’ascesa di Mussolini come di Hitler.
Mentre molte aziende già pensano di trasferirsi negli States dove il costo dell’energia è infinitamente inferiore a quello italiano; mentre le sinistre (a parte forse Mélenchon in Francia) non capiscono che è finito il tempo della rincorsa ai moderati ed è ora di «dire qualcosa di sinistra»; mentre i cittadini europei sempre più scontenti, ignoranti ed egoisti si avviano a un futuro di razionamenti con l’elmetto in testa e il cerino in mano, in nome della guerra santa contro la Russia – da ‘servi dei servi’; circa sei miliardi di abitanti del pianeta si stanno allontanando sempre più da questo Occidente, che non può più spacciarsi per il migliore dei mondi possibile (e, a breve, nemmeno per l’unico mo(n)do possibile), verso un futuro incerto ma almeno il loro futuro.
venerdì, 30 settembre 2022
In copertina: Foto di Enrique da Pixabay.