Smettiamola di complimentarci: i dati sul Covid non mentono
di Luciano Uggè
La campagna elettorale italiana ha riportato al centro dell’attenzione anche la gestione della pandemia. La politica nostrana ha deciso che sapere, o meno, curare o debellare un virus sia un affaire del Governo, invece che della classe medica ed eventualmente dei ricercatori, e così dopo oltre 30 mesi dall’inutile (e ridicola) chiusura dei voli con la Cina (quando cinesi e stranieri arrivavano, comunque in Italia, ma ricorrendo agli scali), ecco che sentiamo i politici congratularsi tra loro per come hanno gestito brillantemente l’intera situazione.
Ma tutte queste pacche sulle spalle sono meritate?
Per la prima volta forse nella storia della medicina si è deciso di lasciare i pazienti a casa a peggiorare fin quasi a morire o a essere ricoverati ormai in fin di vita. Il diktat paracetamolo e vigile attesa (solo dal 2021 con l’aggiunta di antinfiammatori ma quale trattamento sintomatico) dovrebbe ormai farci rabbrividire, visti gli studi pubblicati sull’importanza dei trattamenti precoci, utilizzati in molti Paesi del mondo – tra i quali, il Sudafrica.
L’acquisto di oltre 300 milioni di dosi di vaccino per una ‘variante’ non più in circolazione e nonostante le Case farmaceutiche non avessero di certo avvertito i Governi che avrebbero dovuto reiterare gli inoculi nella popolazione più e più volte (ma nella maggior parte dei Paesi, compresi gli Stati Uniti, si è considerati fully vaccinated con sole due dosi), lascia altrettanto basiti. Le scorte inutilizzate (e inutili) stanno scadendo (se non sono già scadute) e dai conti, probabilmente per difetto, del professor Roy De Vita – Primario di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Roma Regina Elena – sono stati sperperati circa 5 miliardi di Euro per dosi che finiranno in discarica o nei Paesi del Sud del mondo. Tutto ciò mentre si continua la politica dei tagli nella Sanità (‘ce lo chiede a guerra’, ma sarebbe più esatto dire che lo pretendono gli Stati Uniti e La Nato) e i sindacati indipendenti denunciano la mancanza di 80 mila tra medici, infermieri e Oss. Come scrivono i colleghi de Il Mattino: “Dal Def 2022 emerge una forte tendenza al ridimensionamento della quota di risorse pubbliche dedicate alla salute per il triennio 2023-2025. Dopo un incremento di risorse stanziate per far fronte alla pandemia, si fa strada un’inversione di tendenza a partire dall’anno 2023: si passa, infatti, dai 131,7 miliardi del 2022 ai 129,5 del 2025. Siamo partiti nel 2020 da un confortante 7,5% del Pil, che lasciava sperare in un riallineamento ai bisogni reali della sanità italiana e a un avvicinamento ai livelli di Francia (9,3%), Germania (9,9%) e Regno Unito (8%). Arriviamo, invece, al 6,6% stimato per il 2023, fino a giungere addirittura al 6,2% previsto per il 2025”.
Ciliegina sulla torta confrontiamo i dati sulla mortalità, a causa del Covid-19, per milione di abitanti in Italia e nei maggiori Stati europei, oltre che in Corea del Sud (tra i primi a fronteggiare l’epidemia di Covid) e in Sudafrica (la prima a dover affrontare con successo la variante Omicron e a segnalare che la stessa era decisamente meno grave delle precedenti). Il nostro è stato il Paese che ha sicuramente imposto il lockdown più lungo (ai tempi del governo Conte, di otto settimane, per arrivare a quel contagio 0 che non si è mai raggiunto). L’Italia ha anche tenuto a casa gli studenti, ricorrendo alla Dad, più di qualunque altro Paese, ha applicato il Green Pass più severo (escludendo dalla vita civile e persino lavorativa i non vaccinati e, poi, anche coloro che non si erano sottoposti alla terza dose), perché, come il Premier Draghi disse il 22 luglio 2021: «Col Green Pass [si ha la] garanzia [di] ritrovarsi tra persone non contagiose», ovvero si credeva a un vaccino immunizzante che si è dimostrato, al contrario, un lasciapassare per il virus (e mentre ai non vaccinati era precluso quasi il respirare, tutti gli altri si sono contagiati e hanno contagiato al lavoro, sui mezzi pubblici, in teatro o nei cinema, alla posta e in banca – ossia in qualsiasi luogo vietato ai primi).
Nonostante tutto ciò, ecco i dati impietosi – tenendo presente che i morti per Covid andrebbero riverificati in ogni Paese, dato che non si è mai chiarito il parametro per distinguere i ricoverati e morti per patologie direttamente riconducibili allo stesso e quelli ricoverati per altre patologie che, per caso, a un tampone, siano poi risultati anche positivi al virus (1). Da notare altresì che il Portogallo, il Paese con la più alta percentuale di vaccinati tra tutti gli Stati da noi analizzati, ha dati di mortalità similari a quelli della Spagna e superiori a quelli della Svezia, ad esempio, che non ha applicato misure restrittive draconiane. A parità di percentuale di vaccinazione (ad esempio tra Svezia, Grecia e Olanda) si riscontrano grosse differenze nella mortalità. Gli UK, nonostante il declassamento del Covid a normale patologia influenzale già a luglio 2021 e con una percentuale di vaccinati inferiori all’Italia, ha avuto meno morti di noi – il che dimostra la totale inutilità dell’ultimo anno di chiusure, Dad e Green Pass Made in Italy. E infine la Corea del Sud si conferma maglia rosa con una mortalità che dovrebbe insegnare a tutti noi europei (ma anche agli israeliani) come andrebbe gestita un’epidemia virale.
Paese | Casi totali | Morti per mln di abitanti | Popolazione (arrotondata x migliaio) | % vaccinati con almeno 2 dosi (2) |
Francia | 34.579.843 | 2.351 | 65.587.000 | 80,91% |
Germania | 32.247.828 | 1.751 | 84.364.000 | 77,65% |
UK | 23.521.792 | 2.742 | 68.659.000 | 79,94% |
Spagna | 13.352.019 | 2.411 | 46.794.000 | 86,96% |
Portogallo | 5.425.891 | 2.454 | 10.132.000 | 94,73% |
Austria | 4.924.440 | 2.132 | 9.117.000 | 77,16% |
Grecia | 4.762.827 | 3.156 | 10.312.000 | 75,88% |
Israele | 4.635.151 | 1.246 | 9.326.000 | 72,30% |
Svezia | 2.569.152 | 1.942 | 10.235.000 | 74,95% |
Belgio | 4.488.054 | 2.781 | 11.699.000 | 79,70% |
Olanda | 8.388.688 | 1.313 | 17.217.000 | 73,04% |
Sudafrica | 4.012.653 | 1.676 | 60.930.000 | 37,49% |
Corea del Sud | 23.569.192 | 527 | 51.364.000 | 87,03% |
Svizzera | 4.025.870 | 1.609 | 8.792.000 | 70,11% |
Italia | 21.925.073 | 2.917 | 2.917 | 85,78% |
No, non è andato tutto bene.
(1) Dati worldometers.info del 3 settembre 2022.
(2) Fonte Il Sole 24 Ore: percentuale sul totale della popolazione.
venerdì, 23 settembre 2022
In copertina: Foto di Gerd Altmann da Pixabay.