Pasolini regista, poeta e intellettuale
di Simona Maria Frigerio e Luciano Uggè
Per ricordare i cento anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini, il Festival Storie Differenti, edizione 2022, propone tre momenti di approfondimento sull’opera del Maestro più scomodo del Novecento italiano.
Si inizia con la proiezione del corto La Terra vista dalla Luna che, in origine, faceva parte del film collettivo Le streghe (del 1966) – con Totò, Silvana Mangano e Ninetto Davoli. Tra il grottesco e il surreale, colori iperrealisti e una spiccata sbavatura kitsch, il corto strizza l’occhio più o meno volontariamente al molto più poetico e riuscito Miracolo a Milano (firmato da De Sica nel 1951, con la penna di Zavattini tra gli sceneggiatori). Finale tranchant e Totò/Davoli che rifanno se stessi a noia.
A seguire, Massimiliano Larocca (voce e chitarra) e Martina Weber (viola da gamba) musicano qualche poesia di Pasolini in friulano (poco comprensibili senza sottotitoli). Al termine, un estratto di Le ceneri di Gramsci (che, ricordiamo, è il titolo di una raccolta di poesie e di un poemetto che ne fa parte) molto più godibile. Segue l’intero poemetto, scritto nel 1954 e il cui incipit (come la chiusura) è recitato dallo stesso Pasolini – la sua voce, sebbene in una registrazione dell’epoca, ha la forza di coglierci di sorpresa: «Non è di maggio questa impura aria».
…Pasolini irrompe nel cortile di San Salvi e, per pochi secondi, si respirano arte, poesia, forza e bellezza (e per questo vi abbiamo regalato l’intero testo disponibile su YouTube). La sua voce inconfondibile, volutamente sghemba, non tenta di re-citare qualcosa, perché egli quel qualcosa lo ama e lo vive profondamente, sgorga dai suoi lombi, penetra le sue carni, e si fa parola. Il resto del poemetto è affidato alla vena istrionica ed eccessivamente enfatica di Rosario Terrone. Scorrono, nel frattempo, immagini del cimitero che conserva la tomba di Antonio Gramsci, girate da Marco Triarico in una giornata che di ‘impuro’ non sembra trasudare, quanto di lussureggiante e rorida solarità. Gesti vaghi di Salvatore Nocera: questa danza che fa da contorno sinceramente non aggiunge nulla. La poesia basta a se stessa.
Dal regista al poeta, si chiude con l’intellettuale. Claudio Ascoli impersona Pasolini, interpretando le risposte che egli diede a Furio Colombo durante l’ultima intervista che lo vide protagonista – a poche ore dal suo omicidio. A noi oggi restano quelle parole profetiche che, più dei suoi tempi paiono descrivere i nostri, e i suoi moniti – che miravano a un NO assoluto verso il pensiero unico e imperante, quell’omologazione che se negli anni 70 era soprattutto capitalistico-consumistica, oggi è atlantista-guerrafondaia o farmacodipendente-terrorizzante: “Il rifiuto è sempre stato un gesto essenziale. I santi, gli eremiti, ma anche gli intellettuali. I pochi che hanno fatto la storia sono quelli che hanno detto di no, mica i cortigiani e gli assistenti dei cardinali. Il rifiuto per funzionare deve essere grande, non piccolo, totale, non su questo o quel punto, «assurdo», non di buon senso”.
Lo spettacolo ha aperto il Festival Storie Differenti 2022:
giovedì 1° settembre, ore 21.00
Padiglione 16
via di San Salvi, 12 – Firenze
Chille de la Balanza presenta:
È un brusio la vita
di Claudio Ascoli
con Rosario Terrone
e con Massimiliano Larocca (voce e chitarra) e Martina Weber (viola da gamba)
e con il danzatore Salvatore Nocera
creazione video Marco Triarico
canzoni su versi di P. P. Pasolini e musica di Massimiliano Larocca
costumi e spazio scenico Sissi Abbondanza
luci Teresa Palminiello
suoni Francesco Lascialfari
scrittura scenica Claudio Ascoli
venerdì, 23 settembre 2022
In copertina: Pasolini, Le ceneri di Gramsci, Cimitero Acattolico di Roma (foto gentilmente fornita dall’Ufficio stampa del Festival).