Intervista al Presidente dimissionario di Fondazione Sipario Toscana, Riccardo Cateni
di Simona Maria Frigerio
Dopo alcuni anni altalenanti, con problemi di programmazione e con la gestione del personale, la Città del Teatro di Cascina sembrava aver trovato un suo equilibrio tra economie e qualità dell’offerta grazie anche all’arrivo del nuovo direttore artistico, Luca Marengo, e all’insediamento del Consiglio d’Amministrazione di Fondazione Sipario Toscana Onlus che vedeva Andrea Paganelli nel ruolo di Consigliere, Claudia Del Lungo in quello di Vicepresidente e Riccardo Cateni alla carica di Presidente – oggi tutte e tre dimissionari (1).
In questo momento di grave crisi socio-economica, pensare che una struttura con una pluriennale esperienza di produzione soprattutto nel teatro ragazzi, e con potenzialità per offrire residenze anche internazionali, possa chiudere preoccupa persino maggiormente dato che l’offerta culturale e teatrale in Toscana si sta sempre più assottigliando.
Nell’area pisana registriamo, infatti, la chiusura del mitico Workcenter di Jerzy Grotowski e la riduzione dell’attività del Teatro Era di Pontedera – struttura che sembra essere scomparsa quando avrebbe dovuto ricevere nuova linfa vitale dalla partnership con il Teatro della Toscana (ossia la Pergola di Firenze), il teatro nazionale che acquisirebbe fondi dallo e dello Stato proprio per ridistribuirli tra le realtà sul proprio territorio. I teatri Verdi di Pisa e Giglio di Lucca, ripropongono stancamente produzioni operistiche altamente costose ma dalla vita breve e il secondo, in particolare, un Puccini ‘in tutte le salse’, mentre entrambe le città non riescono a offrire (sebbene nella prima ci sia anche il bacino di utenza universitario) teatro e danza contemporanei ma, al massimo, si appoggiano al circuito regionale di distribuzione per qualche titolo di prosa ‘di tradizione’ ormai stantia e qualche nome da botteghino. L’ex Cavallerizza di Lucca – che sarebbe dovuta diventare il palcoscenico del contemporaneo – è, al contrario, sede di mostre che non nascono da un progetto culturale cittadino; mentre la realtà di Aldes, nella vicina Porcari, pare ormai un ricordo. L’incertezza sul futuro del Teatro di Rifredi a Firenze, entrato anch’esso nell’orbita del Teatro della Toscana, è palpabile soprattutto considerato quanto accaduto (oltre che ai succitati Era e Workcenter) al Teatro Studio di Scandicci, reduce pure esso da un periodo di obnubilamento a seguito della partnership con Pergola. E tacciamo sulle sorti di tante altre realtà, piccole o medie, che non si sa se rivedranno l’alba.
Nella regione cosiddetta ‘rossa’, dove la cultura sarebbe dovuta essere fonte di pensiero critico e coscienza sociale, obiettivo e impegno della cosiddetta sinistra, resta ormai poco più di un teatro borghese asfittico e melodrammi per signore impellicciate della domenica che drena milioni di euro delle tasse dei cittadini per poche aperture serali o domenicali, di stagioni brevi e soporifere.
In questa temperie ci è sembrato, quindi, indispensabile intervistare Riccardo Cateni per capire come mai il CdA di cui faceva parte sia oggi dimissionario, nonostante sia riuscito a chiudere il 2021 con un pareggio di bilancio e 650.000 euro di contributo PNRR per migliorare l’efficienza energetica della struttura teatrale.
Cosa chiede la Regione per evitare la fine dell’esperienza cascinese che conta tre palcoscenici, una foresteria, sale prove, un ristorante e quasi trent’anni di esperienza alle spalle?
Riccardo Cateni: «Partiamo dalla quota patrimoniale negativa, che ammonta a oltre 670.000 euro, a cui la Regione aggiunge il fondo di dotazione di circa 30.000 euro, sul quale c’è una valutazione in corso. Il nostro CdA ha trovato questa situazione, e siamo riusciti a mantenerla dato che il bilancio di gestione del 2021, di nostra competenza, è stato in pareggio. La Regione, tramite il suo organismo di vigilanza delle persone giuridiche, chiede che questo patrimonio negativo sia ripristinato in pochi anni perché la Fondazione possa mantenere il riconoscimento come persona giuridica e, quindi, beneficiare dei contributi che la Regione prevede per le attività dei centri di produzione teatrale e delle strutture similari. La Regione sta quindi effettuando una funzione di controllo, dal punto di vista patrimoniale – che, per inciso, si sta protraendo da circa un decennio. Diciamo che, a un certo punto, si è deciso un intervento forte nei confronti della proprietà. Va precisato che Fondazione Sipario Toscana non è proprietaria della struttura bensì l’Ente accreditato e non ha un patrimonio vero e proprio ma un fondo di dotazione con i contributi del Ministero, della Regione e del Comune (dato che la Provincia, dal 2016, non farebbe più parte della proprietà non avendo oltre la delega alla cultura). Se si chiede un ripristino del patrimonio, è ovvio che lo si chieda alla proprietà, ossia al socio unico – che è il Comune. In questo debito sono ricompresi i 420.000 di mutuo bancario stipulato, se ben ricordo, nel 2015/2016. In parte il capitale preso in prestito è già stato restituito, la cifra restante grava con rate da 15.000 euro mensili».
Avete chiesto al Comune di rimodulare tale mutuo con la banca con rate pari a 48.000 euro annuali. È esatto?
R. C.: «Sì, per alleggerire il peso dell’onere sulla gestione ordinaria e anche per una questione di liquidità. Il CdA ha subito preso visione della consistenza del mutuo e ha chiesto di rinnovare la convenzione cercando di ridurre la quota mensile oltre un anno fa. Nonostante ciò, a oggi il CdA non è ancora stato convocato, ufficialmente o meno, dal Comune per ridefinire questa convenzione e poi effettuare i passaggi dovuti per la sua approvazione in Consiglio comunale prima della presentazione in banca. Questo è uno dei punti su cui è avvenuta la rottura con il sindaco».
Il sindaco di Cascina, Michelangelo Betti, alla stampa ha dichiarato che il Comune ha partecipato attivamente alla stesura del Piano di rientro da inviare in Regione. Perché il CdA afferma il contrario? Dove sta la verità?
R. C.: «La dichiarazione del sindaco Betti è per certi versi sorprendente. Nel senso che l’assessore al bilancio ha lavorato con noi al Piano di risanamento e alla formazione delle voci. La questione è però ben diversa da come la pone il Sindaco. In parte abbiamo già risposto con la nostra del 29 luglio scorso (2), sottolineando gli aspetti che ci hanno lasciati basiti. Ma mi ripeterò. L’assessore ha lavorato al succitato Piano e però noi avevamo sottolineato, in sede di approvazione nell’Assemblea dei soci (ivi compreso il Comune), che mancavano gli atti da parte della Giunta e di Enti diversi, e non solamente delibere del Consiglio comunale, che definissero una volontà precisa di impegnarsi economicamente sulle voci patrimoniali spettanti al Comune. In sostanza, quello che la Regione ha segnalato è che gli impegni previsti da parte del Comune non sono supportati da alcun tipo di azione, tanto meno nei bilanci previsionali. In parole povere, non esistono voci a bilancio che riguardino La Città del Teatro. Nonostante il bilancio consolidato in positivo del Comune di Cascina (3), non è stata stanziata nel previsionale una cifra congrua per La Città del Teatro (4). Inoltre, non siamo riusciti a fissare alcun incontro trilaterale anche con la Provincia, che continua a essere proprietaria al 50% dell’immobile [ossia la struttura in cui è ospitata La Città del Teatro, n.d.g.], di cui noi siamo comodatari. Dal 2016 a oggi non è ancora stata definita la quota di uscita della Provincia dalla società, che dovrebbe ammontare a 300.000 euro dovuti alla Fondazione. Sia da parte della Provincia sia da parte del Comune non esistono atti d’impegno che garantiscano il ripristino di tale quota dal punto di vista patrimoniale. Se si presenta un Piano di risanamento alla Regione occorrono atti che definiscano gli impegni formali e la Regione ha semplicemente sottolineato di volerli entro e non oltre il 30 settembre prossimo».
La seconda parte dell’intervista, su
(1) Dimissioni del CdA di Fondazione Sipario Toscana Onlus datate 26 luglio 2022
(2) Risposta del CdA di Fondazione Sipario Toscana Onlus alle affermazioni del sindaco di Cascina, Michelangelo Betti, datata 29 luglio 2022
(3) http://web.comune.cascina.pi.it/trasparenza/images/stories/Trasparenza/bilancio/Stampa_bilancio_consolidato_-_Allegato_11_2020.pdf
(4) http://web.comune.cascina.pi.it/trasparenza/images/stories/Trasparenza/Bilancio_in_forma_aggregata.pdf
Se il sindaco Betti vorrà rispondere alle affermazioni dell’ex Presidente Cateni, le redazioni di InTheNet e Persinsala sono ovviamente pronte a intervistarlo.
venerdì, 19 agosto 2022
In copertina: l’ex Presidente del CdA di Fondazione Sipario Toscana Onlus, Riccardo Cateni.