Bildung / Questa cosa che sembra me
di Simona Maria Frigerio
La serata del terzo giorno festivaliero a Pergine inizia con l’unico spettacolo che, sinceramente, non ci ha convinti, Bildung. Proviamo anche a stare al gioco erudito di leggere in sottotraccia, ma il risultato non corrisponde alle aspettative. Se in passato ci si formava cercando di eseguire il cerchio perfetto (Giotto docet) o si ascoltavano gli esametri dattilici dell’Iliade (recitata ovviamente in greco antico), oggi si guarda TikTok e, come qualche anno fa si faceva aerobica con Jane Fonda in Tv, si copiano quattro mossettine con Beyoncé insegnante da mobile. La ‘profondità’ di tale considerazione è reiterata sul palco con il gusto di uno Sciarrone per lo sfinimento dello spettatore (senza la causticità di un Non si uccidono così anche i cavalli?) e, al posto del medesimo passo di ‘danza’, sembra che basti ripetere ossessivamente i lemmi del dizionario. Abbiamo capito? Peccato che il messaggio passi in altro modo. Il pubblico ride di fronte alle mossette alla Beyoncé e, anzi, è questa la parte maggiormente gradita (e del resto è lo stesso pubblico che, magari, confonde il rock con i Måneskin o Demetrio Stratos con Damiano David). La critica non passa. Troppo pretenziosa? Forse. Oppure, semplicemente, gli esempi sono troppo eruditi e il pubblico non ne coglie più la bellezza?
A seguire, nel raccolto Cortile di Palazzo Hippoliti, Lorenzo Maragoni mixa con insospettata maestria stand-up comedy, poesia e narrazione, raccontando di un se stesso che diventa paradigma di un noi e del contesto sociale ed economico nel quale, questo noi – inteso come la nostra civiltà capitalistica occidentale – sta affondando e immarcescendo. Si ride, si pensa, ci si rispecchia. Come quei greci che assistevano alle commedie di Aristofane e, tra una risata a denti stretti e l’altra, si confrontavano con temi quali il tramonto di Atene (a causa della guerra del Pelopponeso), che pare oggi quanto mai contemporaneo. Curiosamente, dopo il precedente spettacolo costruito per denunciare i ‘linguaggi’ che ci forgiano – e che non raggiunge, secondo noi, l’obiettivo anche perché i modelli proposti come eccellenza non corrispondono più al comune sentire – questo monologo, Questa cosa che sembra me, colpisce nel segno in quanto, con una poetica tutta contemporanea, rispecchia un noi alle prese, paradossalmente, con la medesima crisi dell’Occidente dei tempi di Aristofane.
Alcune considerazioni a margine. Aldilà della indubbia qualità degli spettacoli, ciò che conta per giudicare un Festival è il peso di una chiara direzione artistica, ossia di una precisa e coerente visione e delle aspirazioni e degli obiettivi che una manifestazione culturale deve porre a base delle proprie scelte. Indubbiamente Carla Esperanza Tommasini ha un’idea forte di intermedialità e territorio. Queste le due direttrici lungo le quali si è mosso con passo sicuro il Pergine Festival, dimostrando come pochi altri (pensiamo a T*danse ad Aosta), che una kermesse artistica, oggi più che mai, non può e non deve essere una vetrina o un contenitore vuoto da riempire con quanto si può raccogliere sulla piazza, bensì il frutto di un progetto (anche residenziale) che sappia coniugare saperi e territorio. Complimenti, quindi, a Carla Esperanza Tommasini, che dimostra capacità e idee in tempi, purtroppo, di crisi – e non solo teatrale.
Pergine Festival 2022
Pergine, varie location
domenica, 10 luglio
Ex Rimessa Carrozze, ore 20.30
Bildung
regia Alessia Cacco
drammaturgia e performamce Jacopo Giacomoni
performer Elena Ajani
collaborazione artistica David Angeli e Davide Pachera
assistente regista, web designer Eleonora Bonino
organizzazione Marco Tonino
con il supporto di Teatro Civico di Schio, Teatro Comunale di Vicenza e Arteven nell’ambito del progetto A casa nostra; Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento; Ferrara Off APS
in collaborazione con Evoè!Teatro
grazie a Teatro dei Servi Disobbedienti and Spazio DAS, Bologna
Cortile Palazzo Hippoliti, ore 22.00
Questa cosa che sembra me
un monologo poetico con tracce comiche
di e con Lorenzo Maragoni
produzione Teatro Stabile di Bolzano
venerdì, 29 luglio 2022
In copertina: Lorenzo Maragoni (foto gentilmente fornita dall’Ufficio stampa del Festival).