Un percorso critico
di Simona Maria Frigerio
Torna a Lucca l’esposizione di arte fotografica più variegata del panorama italiano e la nostra visita parte dalla cinquecentesca Villa Bottini, dove sono esposti gli otto percorsi di altrettanti fotografi, che hanno partecipato per due anni al LAB/Per un Laboratorio Irregolare, coordinato da Antonio Biasiucci. È lui stesso a spiegare l’idea di base: “Fare il Laboratorio significa intraprendere un percorso introspettivo, aiuta a distinguere il fondamentale dall’effimero, ad acquisire una forma mentis e una metodologia che è funzionale alla realizzazione di un Portfolio di immagini nate dal confronto con il soggetto scelto”. Personalmente abbiamo trovato interessanti sia Piena di grazia, la serie di Ilaria Sagaria, dove la dimensione del sacro si fa terrena e, nel contempo, il gesto si trasfigura nel sublime; e Cosmi, di Alessandro Gattuso, che coglie il valore liminale di un corpo esaltato e nascosto da luci e ombre di un bianco e nero morbidamente espressivo.
Sempre a piano terra, il Photoboox Award 2022 assegnato a Yusuke Takagi, che compone un’installazione sul tema dell’alcolismo, partendo dalla propria esperienza personale di figlio di un alcolista (e riallacciandosi perfettamente agli enunciati di Biasiucci su autenticità e dialogo tra fotografo e soggetto trattato). Il confronto affettivo interrotto, il vuoto di cui parla Takagi passa dal binomio vino/sangue qui declinato non come elemento vitale, bensì come dicotomia insanabile: l’ebrezza alcolica spezza i legami di sangue che si vorrebbero indissolubili – come nelle Baccanti di Euripide ove la prima a infierire contro Penteo è la madre Agave.
Al primo piano una retrospettiva dedicata a Tinto Brass. L’opulenza delle pitture di Ventura Salimbeni, che affrescano i soffitti della villa, fa da scenografico sfondo a una serie di bianchi e neri che raccontano, soprattutto nella prima sala, il Brass più cinematografico e meno pornografo – fine a se stesso. Da Helmut Berger in versione sado-maso per Salon Kitty, a Giancarlo Giannini protagonista di Snack Bar Budapest fino alla coppia Redgrave/Nero in La vacanza. Nelle sale successive impera il culo – rigorosamente femminile: monotematicità alquanto stucchevole. Nessun accenno al Brass più squisitamente politico di Ça ira – Il fiume della rivolta. Nell’ultima sala, una Venere desnuda sulla sua conchiglia si riflette nel nudo di Cheeky e nel bel ritratto a figura intera di Anna Galiena in Senso ʻ45. Erotismo, pornografia e libidine: tre declinazioni dello stessa tematica (la sessualità) secondo prospettive ed elementi estetici diversi tra loro. Il Brass qui esaltato è ben lontano da un Visconti, un Ōshima o anche solo da Il portiere di notte di Liliana Cavani. Un culo non è diverso da un fallo (contraltare molto pregnante di Marco Tiberio sempre in mostra): un elemento della nostra sotto-cultura manichea e bacchettona. Esporlo o coprirlo – la sostanza non cambia.
Una delle caratteristiche piacevoli del Photolux è la sua distribuzione in più palazzi lucchesi – il che permette a cittadini e turisti di visitare e godere al meglio del centro storico, di impianto tipicamente medievale.
La seconda tappa è a Palazzo Guinigi. Chiuso. Nonostante la mostra debba essere fruibile dalle 10 alle 19.30 (come da orario della biglietteria a Villa Bottini), scopriamo spiacevolmente che le altre sedi del Festival tengono aperto – dal lunedì al giovedì – solo dalle 15.00 alle 19.30, mentre il ‘tempo pieno’ è dal venerdì alla domenica. Ovviamente tale informazione ‘latita’ sia sullo striscione esterno a Villa Guinigi, sia presso la biglietteria di Torre Guinigi o di Villa Bottini.
Riprendiamo la visita puntuali alle 15.00 dai Bastioni di San Colombano, dove sono esposte le immagini selezionate della World Press Photo Exhibition 2022 – autentico fulcro di tutte le edizioni del Photolux. Ogni foto e serie racconta una storia: questo il fine e il valore del premio. La Foto dell’anno è stata scattata da Amber Bracken per il NYT e mostra gli abiti appesi a croci che ricordano i bambini nativi, deceduti senza nome nella Scuola residenziale di Kamploops (Columbia Britannica). L’assimilazione forzata dei nativi è stata una delle tragedie socio-culturali perpetrate dai colonizzatori e missionari europei non solamente negli States o in Canada ma anche in Australia. Proprio dal continente rosso il giunge il Reportage dell’anno, dedicato al fuoco, firmato da Matthew Abbott per National Geographic, in cui si testimoniano alcuni costumi tuttora propri delle popolazioni aborigene: la caccia alle tartarughe che si nascondono nell’erba e che si persegue anche bruciando l’erba, e la pratica di predisporre incendi controllati del sottobosco (perché praticati a tarda sera e che si estingueranno con l’umidità notturna), che servono a prevenire quelli incontrollati che possono propagarsi alla fine della stagione secca.
Per i Progetti a lungo termine, la guerra in Donbass tra nazionalisti e separatisti torna nel reportage di Guillaume Herbaut per Agence VU’: perché la guerra in Ucraina non è iniziata il 24 febbraio 2022 come vorrebbero farci credere i mass media occidentali. Colpisce il cadavere abbandonato sul ciglio della strada a Mariupol, dopo l’attacco del Governo di Kiev ai separatisti della zona, il 9 maggio 2014. La storia non si può riscrivere se resta anche solo una foto autentica a raccontare la verità.
Le fionde contro i lacrimogeni sono le protagoniste della Foto singola di anonimo, scattata per il NYT, che testimonia la resistenza del popolo birmano dopo l’ennesimo colpo di Stato dei militari in Myanmar del 1° febbraio 2021. Sempre come Foto singola, segnaliamo quella di Fatima Shbair per Getty Images, che immortala un gruppi di bambini e giovani palestinesi in un rifugio improvvisato a Gaza. È il 25 maggio 2021 e Israele sta mietendo vittime con il tacito consenso dell’Occidente. L’immagine dal gusto pittorico rimanda iconograficamente alla capanna di Betlemme, a un popolo perseguitato da 70 anni che lotta, con dignità, per rivendicare il diritto di vivere sulla propria terra. In mostra anche alcune foto del Book of Veles – urticante progetto di Jonas Bendiksen sulla facilità con la quale si possono creare fake news, ossia un libro che dovrebbe raccontare la verità di una città in Macedonia del Nord, dove si sarebbero forgiate notizie false da immettere sul web durante la campagna per le presidenziali statunitensi del 2016 e che, al contrario, è esso stesso un cumulo di testi elaborati dall’intelligenza artificiale e fotografie manipolate al computer che mostrano avatar invece di esseri umani. Splendido, infine, il bianco e nero di Rijasolo per i Progetti a lungo termine, che racconta la micro-storia delle popolazioni rurali del Madagascar meridionale che devono combattere contro i dehalo, predatori che rubano loro gli zebù.
A questo punto torniamo a Palazzo Guinigi, finalmente aperto, per passare il testimone al collega Luciano Uggè su
https://artegrafica.persinsala.it/photolux-festival-2022/13159
con il quale proseguirete il percorso.
venerdì, 24 giugno 2022
In copertina: ©Ferdinando Scianna, Collesano, Settimana Santa della serie Feste religiose in Sicilia (foto fornita dall’ufficio stampa CLP Relazioni Pubbliche o CLIP comunicare).