Una città esoterica – abitata da fate e gnomi
di Luciano Uggè e Simona Maria Frigerio
Iniziamo il nostro viaggio per Sintra dalla Estação do Rossio, nel centro di Lisbona, situata accanto al Teatro Nacional Dona Maria. Edificata tra il 1886 e il 1887, dall’architetto portoghese José Luís Monteiro, vanta – come la Stazione Centrale di Milano (del 1864) – un’imponente volta in ferro.
Da qui, in una trentina di minuti in treno, si arriva direttamente al piccolo centro urbano (di circa 30 mila abitanti), Patrimonio dell’Umanità Unesco: Sintra sorge tra colline a strapiombo e, nelle sue stradine fortemente in pendenza, accoglie e custodisce palazzi e castelli di epoca diversa, dove dominano lo stile eclettico e il pittoresco.
La visita può iniziare dal Palácio Nacional, già residenza reale di epoca medievale, oggi casa-museo, ubicato da oltre un millennio su un pianoro dal quale si gode una splendida vista, e che si caratterizza per il susseguirsi di camini conici e il bianco accecante della facciata.
Proseguendo sulla strada principale, si trovano le indicazioni per salire a piedi al Castelo dos Mouros e al coloratissimo Palácio Nacional da Pena (che ricorda da vicino la casa-museo di Figueres di Salvador Dalí, sebbene sia del 1910).
Immersi in un giardino botanico lussureggiante, durante la salita (calcolate un’oretta per circa un chilometro e mezzo), incontrerete Villa Sassetti – ideata dall’architetto italiano Luigi Manini, sul quale torneremo più avanti.
Isolato tra dirupi e circondato da una ricca vegetazione, affacciato sull’Atlantico, ecco il Castelo dos Mouros – una fortificazione difensiva del X secolo, quando la penisola iberica era occupata dai musulmani. Le mura, interamente percorribili, restituiscono l’esperienza di vita su un baluardo che, all’epoca, racchiudeva anche un abitato civile.
punteggiano la vallata
Scendendo nuovamente sulla strada principale (sempre attraverso i giardini), e proseguendo sulla vostra sinistra, incontrerete il gioiello di Sintra, la Quinta da Regaleira – chiamata comunemente Palácio da Regaleira (dal nome dell’edificio principale), eretta tra il 1904 ed il 1910. L’architetto è ancora una volta l’italiano Luigi Manini (1848-1936), maestro dello stile eclettico e con un’inclinazione per il fantastico – che gli permetteva di lavorare anche come scenografo – è altresì famoso per aver progettato, in stile neo-manuelino (revival del tardo-gotico portoghese), il Palácio do Buçaco, già residenza reale, e oggi hotel di lusso, situato nella cittadina di Luso.
Proprietario della Quinta da Regaleira, António Augusto Carvalho Monteiro (1848-1920), di fine Ottocento, figlio di portoghesi emigrati in Brasile ed erede di un enorme patrimonio che rese persino più cospicuo grazie al commercio del caffè e delle pietre preziose. Collezionista, bibliofilo, entomologo e massone – soprattutto quest’ultima appartenenza deve avere contribuito a forgiare i simboli che contraddistinguono, oltre al palazzo, le grotte, le torri e gli edifici disseminati nei giardini.
Chicca della visita, oltre al palazzo chiaramente in stile eclettico dove predomina il neo-gotico, il Pozzo Iniziatico. Formato da nove livelli, pare fosse legato a riti esoterici, come dimostrerebbe, sul fondo, una bussola con l’effige della Croce dei Templari.
Prima di riprendere il treno, il consiglio è di sorseggiare un bicchiere di vino in uno dei molti bar che punteggiano il centro coi loro tavolini di legno o, se preferite il dolce, fermarvi a riposare con un espresso e l’onnipresente Pastel de Nata (il pasticcino di pasta sfoglia con cuore di crema).
venerdì, 10 giugno 2022
In copertina e nel pezzo: Foto di Luciano Uggè e Simona Maria Frigerio (tutti i diritti riservati, vietata la riproduzione)