A San Francisco, nel 1945, nasce l’Onu
di Simona Maria Frigerio
25 aprile 1945. Mentre nel nostro Paese il Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Italia ordina l’insurrezione generale dei gruppi partigiani, negli Stati Uniti 46 Paesi – uniti solo dal fatto di aver dichiarato guerra al nazi-fascismo italo-tedesco e all’Impero giapponese – si incontrano per dare vita alle Nazioni Unite.
A questi si aggiungono, per motivi strategici (dato che le 5 nuove potenze mondiali si stanno spartendo la torta), la Danimarca – appena liberata dall’occupazione nazista; l’Argentina, nonostante il suo forte legame con la Germania e il fatto di aver interrotto i rapporti con l’Asse solamente il 26 gennaio 1944, dichiarando guerra il 27 marzo 1945 (a giochi fatti); la Bielorussa e l’Ucraina. Queste ultime sono un compromesso: Stalin vorrebbe che tutte le Repubbliche dell’Unione Sovietica diventino membri dell’Onu, ma gli Stati Uniti – per ribattere – propongono di partecipare essi stessi come Stati indipendenti. Per ‘compensare’, quindi, la presenza preponderante di Paesi che – con l’inizio della Guerra Fredda – si sa che rientreranno nel blocco occidentale, la mediazione raggiunta è di accettare Bielorussa e Ucraina.
1726 diplomatici di 50 nazioni iniziano a vagliare quanto stilato da Urss, Cina, Uk e Us nella villa di Dumbarton Oaks, presso Washington D.C., tra l’agosto e l’ottobre del 1944. Alcune parti del trattato istitutivo dell’Organizzazione delle Nazioni Unite sono modificate o riscritte ma non un preciso accordo del febbraio del 1945. A Jalta (in Crimea) Churchill, Roosevelt e Stalin avevano già raggiunto un’intesa su quello che sarebbe diventato l’Articolo 27 della Carta dell’Onu, ossia il diritto di veto del Consiglio di Sicurezza in materia di risoluzione ‘pacifica’ delle controversie tra Stati – in pratica, senza il voto unanime dei 5 membri permanenti (Francia, UK, Urss, Cina e Us), ogni decisione in materia di controversie internazionali è, di fatto, bloccata – ne sa qualcosa il popolo palestinese.
In pratica, il 25 aprile del 1945, a San Francisco, i Paesi che hanno combattuto contro il nazi-fascismo (più i succitati ‘intrusi’) decidono quali saranno le basi per un’organizzazione che si farà carico della sicurezza internazionale e di promuovere la collaborazione tra Stati anche in campo economico e sociale.
Le rimostranze di alcuni Paesi contro il veto dei 5 membri permanenti sono tacitate e l’Onu – che nasce sulle ceneri dell’altrettanto inefficace Società delle Nazioni – si pone come obiettivi cardine nel suo I° Articolo: “conservare la pace e la sicurezza internazionale; promuovere relazioni amichevoli fra le nazioni, sulla base del rispetto dell’eguaglianza dei diritti e dell’autodeterminazione dei popoli, favorendo la cooperazione internazionale in sfera economica, sociale e culturale; sostenere il rispetto dei diritti dell’uomo”. Visto che, nell’Onu, siedono Paesi che lapidano, infibulano, discriminano, praticano l’apartheid, segregano, mutilano, eccetera, tacciamo sull’esito di tali propositi.
Nel II° Articolo si ribadisce (con piglio simile a quello della Costituzione italiana) di volere: “la risoluzione delle controversie internazionali con mezzi pacifici; e l’astensione dalla minaccia o dall’uso della forza,sia contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato, sia in qualsiasi altra materia incompatibile con i fini delle Nazioni Unite” – al che basterebbe pensare a quante volte la Nato abbia agito negli ultimi trent’anni come mano armato dell’Onu oppure chi abbiano colpito le sanzioni economiche per porsi dei dubbi. E infine, nello steso articolo si afferma che: “l’Organizzazione non deve intervenire in questioni appartenenti alla competenza interna degli Stati” – trasformando le linee tracciate con il righello sulle mappe del potere dalle ex potenze coloniali in fossati con tanto di coccodrilli che, ufficialmente, piangono per l’autodeterminazione dei popoli e, nei fatti, approvano risoluzioni tanto inefficaci quanto velleitarie.
Date anche le indubitabili ottime premesse, dopo l’istituzione delle Nazioni Unite, gli Stati Uniti, in data 6 e 9 agosto 1945, sganciano le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki – verrebbe da pensare quasi più come deterrente per le eventuali mire dell’Unione Sovietica che non per sconfiggere l’Impero giapponese. Questi era già sull’orlo del collasso e pia/egato dai bombardamenti con ordigni incendiari, napalm (lo stesso che rivedremo, in seguito, in Vietnam) e bombe ad alto potere distruttivo, perpetrati dagli Stati Uniti per tre anni consecutivi su Tokyo, Osaka e altre città giapponesi. Ma siccome alla sbarra vanno solo i perdenti, il generale Curtis LeMay avrebbe osservato: “Presumo che se avessi perso la guerra, sarei stato processato come un criminale di guerra”.
Il primo successo dell’Onu, dopo quel 25 aprile 1945, sono stati i circa 200mila civili uccisi con le atomiche. Il resto è storia.
venerdì, 29 aprile 2022
In copertina: Foto di Miguel Á. Padriñán da Pixabay.