Teatrale anche quando non è teatro
di Simona Maria Frigerio
Questo secondo capitolo dedicato a Hercule Poirot dal regista Kenneth Branagh, dopo Assassinio sull’Orient Express, ripete il modulo con sontuosità teatrale: le riprese aeree, le musiche dell’epoca, i costumi in tessuti di seta e in lamé fruscianti, le scene di ballo da musical à la Fred Astair, la ricostruzione degli ambienti e degli esterni in studio (come non si credeva più di poter fare dopo l’avvento della computer grafica), la fotografia e la post-produzione che virano templi e deserti in ocra con tocchi da pellicola in bianco e nero colorata o da scatto sbiadito: tutto concorre a farci finalmente respirare le vertiginose altezze delle piramidi dopo 23 mesi di claustrofobica oppressione pandemica.
Siamo su un lussuoso battello sul Nilo, nuovamente in viaggio e circondati da persone che si strusciano folleggiando tra flûte di champagne e preziosi gioielli. La dimensione è proprio quella teatrale: niente è vero, dietro la quarta parete, e il pubblico ha ben noto il finale ma, per un paio d’ore, possiamo immergerci in un tempo e in uno spazio che paiono infiniti come le possibilità che questo o quel personaggio – partecipe della dimensione corale, cara alla Christie – sia l’assassino(a).
L’opera di svecchiamento di Branagh dell’inconfondibile Poirot prosegue: molti meno tic che, nelle successive versioni cinematografiche e televisive, hanno incrostato il personaggio trasformandolo in macchietta, e una più profonda dimensione psicologica (sulla strada già intrapresa da David Suchet). Accanto a lui, Gal Godot non è all’altezza della capricciosa Linnet interpretata da Emily Blunt (anche ne La ragazza del treno) nel rifacimento del 2004; né Emma Mackey ha la profondità psicologica e la sensibilità nevrotica della Jacqueline di Mia Farrow (versione del ʻ78). Armie Hammer è un dignitoso Simon – e per fortuna che non ha dovuto subire le forche caudine come Kevin Spacey (dato che il produttore, Ridley Scott, avrebbe voluto sostituire anche lui: ma nel frattempo è arrivato il Covid a spazzar via il #MeToo e la caccia alle streghe in base a denunce anonime, dichiarazioni sui social e quel furore puritano che scambia desideri e avance per molestie e il do ut des per violenza sessuale). Annette Bening e Sophie Okonedo (già in Hotel Rwanda) una spanna sopra tutte.
Per il resto, difficile dire se il giallo regge quando quasi tutti hanno visto versioni precedenti o letto il romanzo originale. Ciò che conta sono le atmosfere e la moltiplicazione di rimandi estetici colti che Branagh ha saputo infondere in una trama di per sé complessa ma esatta come un orologio svizzero. Dal musical (tipico degli anni d’oro di Hollywood e del periodo immortalato nella pellicola) alla musica dell’epoca, a quell’insistere su una coralità in interno squisitamente da Kammerspielfilm. Branagh si riconferma teatrale e teatrante. Non chiedetegli il dramma o la denuncia sociale (a parte nell’autobiografico Belfast) ma, in tempi claustrofobici, rivedere l’orizzonte è già un bel regalo.
Assassinio sul Nilo
titolo originale Death on the Nile
regia Kenneth Branagh
soggetto tratto dall’omonimo romanzo giallo di Agatha Christie
sceneggiatura Michael Green
con Kenneth Branagh, Tom Bateman, Annette Bening, Russell Brand, Ali Fazal, Dawn French, Gal Gadot, Armie Hammer, Charlie Anson, Jodie Comer, Eleanor de Rohan, Susannah Fielding, Adam Garcia, Orlando Seale, Alaa Safi, Michael Rouse, Sophie Okonedo, Emma Mackey, Rose Leslie, Letitia Wright e Rick Warden
fotografia Haris Zambarloukos
montaggio Úna Ní Dhonghaíle
effetti speciali Jim Machin, David Watkins, George Murphy e Jon Bowen
musiche Patrick Doyle
scenografia Jim Clay
costumi Paco Delgado
trucco Nicola Iles
produttore Ridley Scott, Kenneth Branagh, Judy Hofflund e Kevin J. Walsh
produttore esecutivo Mark Gordon, Simon Kinberg, Matthew Jenkins, James Prichard e Matthew Prichard
casa di produzione The Estate of Agatha Christie, 20th Century Studios, Scott Free Productions
Stati Uniti, 2022
durata 127 minuti
venerdì, 25 marzo 2022
In copertina: Particolare della Locandina.