Le ultime ‘trovate’ della stampa accreditata
di Simona Maria Frigerio
Affibbiare titoli e utilizzare in maniera inappropriata termini è uno dei mezzi che la propaganda di qualsiasi regime autoritario utilizza per convincere, blandire e convertire alla ‘causa’. Dal febbraio 2020 si è progressivamente sostituita un’informazione critica, scettica, scientifica con una fideistica sottomissione a una visione unica, un’adesione incondizionata a un pensiero ‘magico’ che, in due anni, ha svuotato le parole del loro significato originale perché si adattassero a descrivere una nuova visione del mondo.
Partiamo da quanto affermava Pier Paolo Pasolini sul Corriere della Sera del 9 dicembre 1973, relativamente alla capacità coercitiva del mass media par excellence, la televisione: “Se i sottoproletari si sono imborghesiti, i borghesi si sono sottoproletarizzati. La cultura che essi producono, essendo di carattere tecnologico e strettamente pragmatico, impedisce al vecchio ‘uomo’ che è ancora in loro di svilupparsi. Da ciò deriva in essi una specie di rattrappimento delle facoltà intellettuali e morali. La responsabilità della televisione, in tutto questo, è enorme. Non certo in quanto ‘mezzo tecnico’, ma in quanto strumento del potere e potere essa stessa. Essa non è soltanto un luogo attraverso cui passano i messaggi, ma è un centro elaboratore di messaggi […]. Non c’è dubbio (lo si vede dai risultati) che la televisione sia autoritaria e repressiva come mai nessun mezzo di informazione al mondo”. E da questo punto di partenza, ‘godiamoci’ una nuova carrellata di distorsioni linguistiche che stanno manipolando la nostra capacità di analizzare ciò che abbiamo di fronte.
today.it nell’articolo intitolato Green Pass ‘ridotto’ e mascherine al chiuso: cosa cambia dal 31 marzo, dopo aver ammesso che sarebbe “difficile pensare che dal 1º aprile in avanti servirà il certificato verde per tutte le attività per le quali è richiesto oggi. L’Italia sarebbe un unicum a livello europeo” (senza precisare che il Green Pass Rafforzato, l’obbligo vaccinale per gli over 50 e la loro sospensione dal lavoro senza stipendio in tutte le categorie, oltre alla durata di soli 6 mesi invece di 9 della durata vaccinale sono tre unicum italiani), usa il termine ‘oltranzisti’. Questi ultimi non sarebbero, però, coloro che vogliono proseguire con la politica delle restrizioni (marginalizzando l’Italia), bensì coloro che vorrebbero adeguarsi alle decisioni europee e togliere finalmente il certificato verde (senza super o rinforzi) come nel resto del continente.
Su QuotidianoNazionale.net (ma lo utilizzano anche il Corriere della Sera e La Stampa) apprendiamo un nuovo uso del termine ‘road map’ per il cosiddetto ‘ritorno alla normalità’. La road map, ossia la tabella di marcia, è termine legato alla geopolitica – e, del resto, si è inculcato nelle popolazioni che il Covid-19 era un nemico e la pandemia una guerra. Sembra, quindi, naturale traslare le tappe per giungere alla pace tra due Paesi in guerra all’attuale situazione italiana. Peccato che una guerra vera sia scoppiata a pochi chilometri dalle nostre frontiere e che se questa road map ricalcherà il successo di quella lanciata nel 2002 per risolvere il conflitto tra lo Stato d’Israele e lo Stato di Palestina, possiamo affermare che non c’è ‘speranza’…
Le contraddizioni abbondano anche nelle previsioni dato che, non essendo stati promulgati nuovi Decreti Legge o Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri da utilizzare per informare i lettori, tutta la stampa (cartacea e online) impazza con la palla di vetro e la lettura dei fondi del caffè, mirando ai click più che all’informazione – questa sconosciuta. Il Corriere della sera, ad esempio, scrive: “Il 31 marzo scade infatti lo Stato d’emergenza e ‘decadono tutte le misure in vigore’. Entro il 10 marzo il governo approverà un nuovo decreto per ‘rinnovare alcune restrizioni’ e fissare le nuove scadenze”. Nessun dubbio che la prima frase e la seconda collidano dato che quando si è persa la facoltà di esercitare un diritto, non si potrebbe rinnovarlo?
La Repubblica è una vera miniera di informazioni quando scrive: “Le scorte di gas stanno finendo, ma non manca chi soffia sul fuoco. Gli agenti che da ormai due anni hanno il compito di monitorare quel che accade online, e in particolare sulle chat chiuse frequentate dai No Vax, hanno notato un certo cambio di interessi”. Tale spostamento di interessi, adombrato dal quotidiano che fu fondato da Eugenio Scalfari, farebbe convergere le proteste degli autotrasportatori per i rincari dei carburanti e del gas con quelle per le libertà civili dei cosiddetti no vax. E questo preoccuperebbe la blasonata testata – non il fatto che degli agenti da ben due anni, invece di monitorare gli scambi tra pedofili violenti, mafiosi o truffatori telematici, sorveglino le conversazioni private di cittadini che, sulla carta, non hanno commesso alcun reato.
Si rispolvera anche il caro ‘ribelli’. Gli stessi, però, non sono più i capelloni o i rockettari. Come scrive il Corriere del Veneto: “Il primo lotto del vaccino della statunitense Novavax è in Italia. I ribelli del green pass: «Il ricatto è lo stesso»”. E poi rincara: “La diffidenza degli irriducibili”. E così chi vuole esercitare il diritto all’autodeterminazione (come i ‘ribelli’ del Donbass) è un irriducibile. Non sappiamo come i colleghi giornalisti potrebbero ribattere lucidamente al fatto che se obblighi le persone a fare un vaccino – indipendentemente dal tipo – per poter esercitare diritti inalienabili come quello al lavoro, il nocciolo della questione non è se si stia discutendo di Pfizer o Novavax bensì che si subordina un diritto sociale e costituzionale all’accettazione di un’imposizione sul proprio corpo. Più facile, al contrario, che ai colleghi giornalisti sia sfuggito un bel libro di Mirella Serri intitolato Gli irriducibili: i giovani ribelli che sfidarono Mussolini. Se l’avessero letto forse non avrebbero usato tale appellativo che, evidentemente, intendevano spregiativo. Quel libro denuncia proprio l’indifferenza del popolo italiano di fronte alle malversazioni fasciste – nei confronti degli ebrei ma anche di molte minoranze culturali, etniche, religiose o di persone omosessuali e disabili – e l’eroica ribellione degli ‘irriducibili’.
E chiudiamo con due chicche sempre da La Repubblica. Nell’articolo intitolato, ancora una volta, seguendo la logica belligerante degli ultimi due anni: “Vaccini a quota dieci miliardi, ma la guerra al Covid non è finita”, si legge: «Dopo Omicron aspettiamo la prossima mossa del virus» (affermazione di Guido Forni, immunologo dell’Accademia dei Lincei). E così si ribadisce che il virus è essere senziente e nemico che sta valutando come sconfiggere il genere umano. Peccato che i virus vivano quando sanno adattarsi all’essere umano e viceversa. Quando sono eccessivamente letali, si estinguono come i pochi esseri umani contagiati. E peccato anche che, nello stesso articolo, si continui a parlare di vaccini – che dovrebbero immunizzarci e, al contrario, si ammetta candidamente che gli stessi non hanno “debellato la pandemia”. Sono quindi trattamenti terapeutici preventivi? Ma se li si appellasse come tali, si potrebbe ancora imporli? Il continuare a spostare l’asticella della disinformazione permette al lettore medio di reinterpretare continuamente la notizia in modo tale da accettarne il contenuto, dimenticando quanto affermato precedentemente. E a nessuno viene in mente che il green pass (rafforzato o meno) è stato varato perché i vaccinati non avrebbero dovuto essere portatori del virus – contagiati in grado di contagiare. Nemmeno questo la nostra mente, ormai uni-direzionata dalla retorica dei mass media di regime, riesce a elaborare.
Oggi, accanto alla televisione, anche la ‘rete’ è diventata “autoritaria e repressiva come mai nessun mezzo di informazione al mondo”.
SPECIALE – Sabato, 5 marzo 2022
In copertina: Foto di Mohamed Hassan da Pixabay.