Graffiti writing, street art e neo muralismo nella capitale toscana dell’arte contemporanea
di Simona Maria Frigerio
A Pisa, largo ad alcuni artisti del panorama contemporaneo che hanno eletto il paesaggio urbano a proprio museo vivente e dialogante. Nelle sale di Palazzo Blu, accanto alla bella personale dedicata a Keith Haring (uno tra i primi neo muralisti dell’epoca pop), ci si confronta con tecniche, stili e visioni creative che, seppure differenti, mirano tutte a una sorta di democratizzazione del fruire e del fare arte.
A piano terra, accanto a Isolation (di Remi Rough, 2014), una tecnica mista su tela dove il dripping di Pollock è al servizio di un’immagine che potremmo definire ʻvulcanica’, il Senza titolo di Fedz (2013), con vaghe reminiscenze infantili in un intagliato che sa di Meccano. Su un’altra parete, le fotografie di alcune opere di writer datate dal 1995 al 2021 – su muri, in gallerie e sulle fiancate dei treni. Mentre di Massimo Sospetto, una teca contiene 1, 2, 3 (del 2020), una piccola composizione costruttivista che ha il sapore dell’immaginario sovietico degli anni 20 e 30. In mostra anche tre sculture in materiali vari che declinano l’arte urbana anche da questo punto di vista. Particolarmente interessante Lloyd, di Peeta (2012 in pvc), artista che così definisce il suo lavoro: “Cerco di realizzare la qualità scultorea di lettere individuali” – e ci riesce.
Al quarto piano la mostra continua con New light di Alice Pasquini, 2016, che reinterpreta con l’acrilico alcune vecchie persiane. Accanto, di Shepard Fairey e Obey, tre serigrafie su legno del 2007 e una su alluminio del 2005 dove il potere nero e le rivendicazioni femministe passano dal décollage à la Mimmo Rotella e dall’iconografia flower power. Il più originale il Senza titolo su alluminio. Espressivo e spaurito il Gatto di C215 – realizzato con la vernice spray su stencil multilivello, utilizzando come ʻtela’ una cassetta postale – che, d’un tratto, acquista lo status di oggetto da museo ma, ancor più, ci fa comprendere quanto l’arte urbana potrebbe rendere più fantasiosi, allegri e godibili l’arredamento urbano e i muri spesso tetri delle nostre città. E ancora, No Curves (2017) si cimenta con la tape art su plexiglass in Happy Jungle Fever e Pink Saigon – che indubitabilmente rimandano alla ferita della guerra statunitense in Vietnam.
Nella sala successiva si presenta una serie di neo muralisti che lavorano sull’icona, ossia sull’immagine al servizio, molto spesso, di una narrazione e di un recupero dell’ambiente urbano. Zed1 (nome d’arte di Marco Burresi) con Quei pesi nella testa, del 2019, ci regala uno dei suoi omini da favola nera à la Tim Burton o da Alice in Wonderland. Francisco Bosoletti declina il San Sebastiano, tipico dell’iconografia cristiana, in versione femminile (Senza titolo, 2017) con un acrilico a olio su tela che, tecnicamente e metaforicamente, ricorda il negativo fotografico – sviluppata, questa ‘foto’, riprodurrebbe il maschile? Vecchi spartiti e fogli di libri ingialliti sono utilizzati da Hitnes come base per gli animali dipinti in acrilico – con tratto sicuro e capacità di rendere l’espressione attraverso la trattazione pregnante degli occhi. Disturbante Rosso (firmato Run, 2013/14, acrilico su tela), denuncia della propaganda del potere, attraverso i mezzi mediatici, che rendono padroni i gorilla di turno (ogni riferimento con l’attuale situazione in Italia è puramente casuale). Dei quattro lavori esposti di Alec Interesni Kazki, Falling in love or sixth sense of Pedro (disegno a china su carta, 2016) vede emergere prepotentemente la mano del disegnatore tra scale che rimandano a Escher e figure ibride che potrebbero ispirarsi a Bosch.
La sala dedicata a quattro diversi artisti, declinati uno ogni mese, il 31 dicembre vede protagonista 108 (Guido Bisagni). Spicca l’installazione Il museo dell’assurdo (2015/2021) in cui, però, l’assenza della parte audio tarpa le ali all’esperienza – seguiranno le personali di Joys, 2501, e Gaia.
L’ultima sala si rivolge alla matrice astratta. Tellas, all’anagrafe Fabio Schirru, con Spring (Tropicalism series, 2017, acrilico su tela) recupera simboli iconografici già sperimentati da Miró o Kandinskij ma con una buona dose di leggerezza anche e soprattutto coloristica. Mondi/pianeti di un sistema esploso o da ricomporre (anche in base alla serie di lettere che formano il nome dell’artista), le figure geometriche di Etnik (ovvero Alessandro Battisti con Alphabet Streets, 2012, acrilici su tela). Sarà lui, oltre che l’artefice dell’opera, il dio minore di questo universo? In fondo, logos è padre e viceversa. Chiudiamo con 2501, ossia Jacopo Ceccarelli, presente con Senza Titolo 3 New York (2015, acrilico e inchiostro su tela) che reinterpreta le passate esperienze geometrico-espressive in funzione del movimento – laddove l’orizzonte si abbassa e lo zenit pare un sole malato in un mondo ingrigito dallo smog.
La mostra, però, non finisce qui ma germinerà nel territorio urbano – sua sede naturale. Arriveranno, infatti, a Pisa alcuni artisti della scena urban internazionale per dipingere i muri cittadini e arricchire il patrimonio artistico della città.
La mostra continua:
BLU | Palazzo d’arte e cultura
Lungarno Gambacorti, 9 – Pisa
fino a domenica, 3 aprile 2022
orari: dal lunedì al venerdì, dalle ore 10.00 alle 19.00 – sabato, domenica e festivi, dalle ore 10.00 alle 20.00
Attitude. Graffiti writing, street art, neo muralismo
a cura di Gianguido Grassi
realizzato da Start – Open you eyes
prodotto da Fondazione Pisa
con il patrocinio di Comune di Pisa, Provincia di Pisa, Regione Toscana, Consiglio Regionale della Toscana
con il sostegno di Università di Pisa, Scuola Normale Superiore e Scuola Normale Superiore Sant’Anna
artisti in mostra: 108, 2501, Abbominevole, Aec Interesni Kazki, Alberonero, Aris, Barbieri Francesco, Bartocci Giorgio, Beast, Bosoletti Francisco, C215, Ciredz, Dado, Duke1, Egs, Eron, Etnik, Farao, Gaia, Hitnes, Imos, Joys, Martini Rae, Massimo Sospetto, Moneyless, Moses&Taps, No Curves, Oker, Okuda San Miguel, Ozmo, Pasquini Alice, Peeta, Phase2, Porto, Rough Remi, Run, Rusto, Rusty, Sbam, Shepard Farey- Obey, Soap The wizard, Solomostry, Sten&Lex, Tellas, Zed1, Zedz
Venerdì, 28 gennaio 2022
In copertina: L’immagine della mostra a Palazzo Blu.