Riscopriamo il piacere della lettura
di Simona Maria Frigerio e Luciano Uggè
Abbiamo conosciuto Livia Taruffi grazie a Tdanse Festival- danse et technologie, l’interessante manifestazione interdisciplinare ideata e diretta da Francesca Fini e Marco Chenevier ad Aosta. Un Festival con il valore aggiunto di creare un contatto diretto tra la popolazione locale, gli artisti e i critici intervenuti in quanto gli aostani partecipano attivamente aprendo le loro case e ospitando il variegato universo teatrale. Uno scambio umano oltre che culturale che, in questi tempi di ‘distanziamento sociale’, appare ancora più importante e da preservare dato che solo la conoscenza, lo scambio e il dialogo forse riusciranno a curare le ferite dell’anima – prima ancora che del corpo – che questa pandemia sta provocando a una società italiana più divisa che mai.
Livia Taruffi ci ha ospitati nella sua casa e da quell’incontro abbiamo continuato a sentirci, sebbene sporadicamente. Quando però abbiamo ascoltato la sua lettura de La Notizia di Dino Buzzati, abbiamo immediatamente pensato di darle spazio sul nostro Settimanale non solamente perché è più che mai tempo di tornare a pensare e ad ascoltarsi, ma perché Livia è brava e coinvolgente. Diplomata in recitazione presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, ha studiato canto e musica al Conservatorio di Santa Cecilia e coltiva altresì una passione per la danza. Artista poliedrica, in questi anni ha recitato in teatro, al cinema e in televisione, ma si è cimentata anche come autrice e regista. Da questa settimana gestirà un proprio spazio su InTheNet proponendoci dei videoracconti, un’occasione in più per condividere pensieri ed emozioni in tempi di marosi che ci assordano col loro fragore e rischiano di farci perdere la rotta per sempre.
Come mai hai scelto i racconti di Dino Buzzati per le tue clip su YouTube?
Livia Taruffi: «Dino Buzzati è un vecchio amore. Mio padre teneva in casa la raccolta dei suoi 60 racconti e da giovanissima quel libro mi capitò tra le mani. L’ho portato con me attraverso gli anni e in tutti i miei traslochi. Così succede che periodicamente lo riapro e ogni volta mi ispira per qualche nuova idea creativa. Da subito, appena terminata la mia prima scuola teatrale e poco prima di essere ammessa al Centro Sperimentale di Cinematografia, costruii una perfomance intorno al racconto La Goccia insieme al contrabbassista Guerino Rondolone che andò in scena all’interno del Museo degli Strumenti Musicali di Roma e poi ancora ci portò fortuna al Concorso Nazionale delle Arti del Teatro Eleonora Duse di Roma. Due anni fa insieme al polistrumentista Rémy Boniface ho lavorato a una nuova idea di messa in scena, che è ancora in gestazione, che prevede una totale fusione narrativa tra musica acustica, elettronica, testo, canzoni ed una parte di drammaturgia originale fatta di personaggi che monologano negli appartamenti di quel caseggiato protagonista de La Goccia. Infine, nel mese appena trascorso, ho sentito l’urgenza di creare una forma di comunicazione luminosa e che fosse di nutrimento per l’anima e nuovamente è stato questo grande autore del ‘900 a darmi l’ispirazione. Ho quindi deciso di realizzare una serie di audio racconti da circuitare in una rete di canali web che diffondono i miei materiali ed è davvero una soddisfazione essere presente anche su InTheNet. Credo che i racconti di Buzzati non smetteranno mai di essere accattivanti per me perché sono composti da tanti strati che si svelano leggendo e rileggendo, portando il lettore sempre più a fondo dentro nuovi livelli di comprensione».
Gli italiani leggono poco e l’analfabetismo di ritorno è un grave problema. Come ‘promuoveresti’ l’esperienza del leggere quale attività che regala qualità alla vita?
L.T.: «Innanzitutto credo sia un ottimo modo per spronarci a togliere gli occhi dagli schermi che in questi ultimi due anni sono stati, più o meno coscientemente e per tutti, i protagonisti delle nostre vite. Il ritorno alla lettura apre senza dubbio uno spazio ‘altro’ e lo apre proprio dentro di noi. Ci ricorda quanto siamo infiniti e quante possibilità di esistenze possono prendere corpo. Quando sono sul mio divano a leggere, magari con la stufa accesa e un buon incenso naturale che fuma, sento una immaginazione attiva prendere vita. È come un viaggio che coinvolge tutto corpo attraverso le emozioni che noi stessi cocreiamo insieme alle parole, le quali si sollevano dalla carta per navigare dentro la nostra mente. Siamo noi i creatori delle immagini e non le subiamo passivamente. E se riusciamo a calarci in questa dimensione scopriamo che è davvero divertente».
Il racconto La Notizia sembra ritrarre su questi tempi mefitici. Scegliere di restare e impegnarsi quanto è difficile oggi? E, per un’artista come te, non è quasi impossibile?
L.T.: «Sono sempre stata un’attrice indipendente e irrequieta. Mi sono creata e ricreata tante volte. Sono passata attraverso il cinema, il teatro, la musica, il sociale, lo speakeraggio, l’organizzazione di eventi, l’insegnamento, la scrittura ed è stato davvero interessante scoprire di quante sfumature sia fatta la mia amata professione. Sono sicura che quello che ho creato e indagato in tutti questi anni sboccerà come quei fiori che a volte vedi spuntare in mezzo all’asfalto. Sì, perché questi tempi sembrano proprio asfaltarci ma non deve andare necessariamente così. Siamo talmente pressati che inevitabilmente tutte le nostre verità vengono a galla e allora per me la via sarà rispondere un secco NO a tutto ciò che non mi corrisponde e che in fondo non mi è mai piaciuto per andare a fiorire negli spazi e con le persone che mi fanno stare bene, non importa se significherà operare fuori dai circuiti e in ambienti più intimi».
venerdì, 14 gennaio 2022
In copertina: Un ritratto di Livia Taruffi.