La danza come forma dinamica
di Francesca Camponero
Siamo a dicembre e volendo parlare di danza in questo mese direi che non ci sia argomento migliore che ricordare un grande coreografo nato proprio il 30 dicembre del 1949 a New York City, William Forsythe. Non a caso è riconosciuto come uno dei coreografi più importanti nella storia della danza, in quanto con la sua azione poetica ha avuto la capacità di riorientare la pratica del balletto, nella sua identificazione con il repertorio classico, come forma d’arte dinamica del XXI secolo.
La ricerca coreografica di William Forsythe ha inizio negli anni Ottanta e l’anno della svolta, artistica e professionale, è il 1984, quando accetta l’incarico di direttore del Frankfurt Ballet (incarico che ricoprirà per ben 20 anni). In questo periodo trasforma la Compagnia tedesca in una delle più innovative e richieste del mondo mettendo a punto uno stile inimitabile, in cui convivono in miracolosa armonia i codici del balletto classico e le novità della danza contemporanea, il rigore di una visione geometrica e l’impatto emotivo di un pensiero aperto alle inquietudini della modernità, grazie anche al prezioso sodalizio con artisti che lo accompagneranno fedelmente fino a oggi, primo fra tutti quello con il musicista Thom Willems.
Nell’elaborare il suo metodo, Forsythe partì dalle poetiche del corpo inaugurate da George Balanchine e Rudolf von Laban. Da Balanchine ereditò la passione per la ‘musica del corpo’, l’esigenza di trasferire nell’organizzazione coreografica l’architettura della composizione musicale. Da Rudolf von Laban, invece, apprese le teorie sulla suddivisione spaziale del movimento e le portò all’estremo. Le teorie di Laban erano fondate sull’uso dell’improvvisazione e volte all’esplorazione di tutte le possibili dimensioni spazio-temporali. Diversamente da altre figure di innovatori, dalla Duncan alla Graham, Laban non solo non rigettò la tradizione classica ma la assunse come imprescindibile presupposto per qualunque ulteriore progresso nell’arte del movimento. La prospettiva labaniana agisce perciò anche come punto di raccordo fra la secolare accumulazione di esperienze, eredità della danza accademica, e la moltiplicazione dei piani di ricerca e sperimentazione introdotta dalla danza libera. Nello smantellare e sospendere il modello di Laban, Forsythe individuò un’infinità di emergenti suddivisioni assiali, e notò che queste costruzioni geometriche potevano diventare per il danzatore il centro cinesferico di un particolare movimento. L’impulso dinamico poteva essere generato a partire da un qualsiasi punto dentro o fuori la cinesfera del danzatore.
Il Metodo di Composizione del Movimentoideato da William Forsythe si basa sulla rotazione, l’estrusione, l’inscrizione, e la refrazione. I suoi sistemi d’improvvisazione nascono da un intenso lavoro di ricerca sul e con il corpo del performer. Per facilitare al danzatore la creazione del materiale di movimento, Forsythe ha ingegnosamente creato un alfabeto di movimento. Ed è qui che si permette ai danzatori di sviluppare e legare insieme le cellule di movimento da lui ideate. L’improvvisazione in Forsyte non è soggetta al caso ma è condizione derivante da un intenso allenamento e training del corpo-mente. I danzatori, così, possono affidarsi alla loro stessa capacità di accedere a movimenti di cui si sono appropriati individualmente ma in un contesto collettivo.
Secondo il coreografo newyorkese, per permettere un reale avanzamento dell’arte della danza dal suo presente stato, la necessità consiste anche nell’incoraggiare i ballerini a essere maggiormente informati riguardo le recenti ricerche nei campi delle neuroscienze-cognitive, della psicologia, dell’architettura, dell’antropologia e della filosofia. Con tutta quest’ampia conoscenza gli artisti arriveranno a comprendere maggiormente il modo in cui il movimento dei corpi viene eseguito e percepito.
Forsythe è noto per aver sempre voluto incoraggiare una danza che rendesse visibile l’esperienza che il corpo, nel suo complesso, ha di sé. La danza come oggetto di parola e di pensiero. Una delle frasi che il coreografo ama ripetere ai suoi spettatori è: “Benvenuti a ciò che credete vedere”. L’humor, la velocità, il chiaro-scuro, la violenza talvolta, sono i suoi modi per desacralizzare quest’arte. Il suo desiderio di indagare all’interno dell’arte coreografica con tutte le possibili applicazioni in altri ambiti, nel corso degli anni ha prodotto vari progetti interattivi ed interdisciplinari che si sono concretizzati nel 2010 con la nascita diMotion Bank, programma mirato a sfruttare il potenziale vitale per la lettura del contrappunto coreografico in modo da trasportare l’arte coreutica in un rinnovato stato di rilevanza socio-culturale.
Non solo coreografo, ma spesso autore delle scenografie, delle luci o addirittura della musica, nel corso degli anni Novanta aveva sperimentato allestimenti di grande impegno tecnologico, conferendo alle sue opere un maggiore respiro scenico, ma malgrado tutto questo nel 2002 la città di Francoforte annuncia l’eventualità di chiudere il Frankfurt Ballet per sostituirlo con una formazione di balletto tradizionale. Forsythe, con il fedele Thom Willems, firmerà un appello che gli procurerà il sostegno unanime degli addetti ai lavori: ne nasce una polemica che suscita grande clamore in tutto il mondo della danza. E quando, dopo la stagione 2003-2004, la Frankfurt Ballet smette di agire, Forsythe risponde, fondando (dalle sue ceneri), la Forsythe Company.
Siamo nel 2005 e da allora siamo felici, quando si può, di assistere a quel vero proprio choc emozionale che continuano a essere i suoi balletti!
Venerdì, 31 dicembre 2021
In copertina: William Forsythe (foto gentilmente fornita dall’autrice del pezzo).