Paintings and Constructions by Steven Salzman / Dipinti e Costruzioni di Steven Salzman
(translation into Italian at the bottom of the page)
As a small child I realized that my crayon drawings were not natural or accurate. I started copying comic-book panels and then started drawing portraits of the people in my life. I had the facility to render accurately and impress people. The positive reinforcement encouraged me to pursue drawing and painting. My ignorance about modern art was a limiting factor. I thought progress had peaked with Impressionism and yearned for something more. More what, I did not know. A class trip to the Whitney Museum was a revelation. The show was a survey of Abstract-Expressionism. I was in love. Back in art class I started dripping and slashing all over the place. I started cutting classes to spend time painting in the art room. Then I started cutting school to go to the Art Students League. Years later, here I am.
New York City was itself a great liberator. Early on I loved the street grid of mostly numbered streets and avenues. It was a coordinate system where you always could figure out your location and plot a route to anyplace you wanted to go. I loved the geometry. The geometry of the streets and of the architecture. Looking out my window at the buildings, I intuited something like Hans Hoffman’s ‘push-pull’ space. I was a full-time artist by my late teens, and it was a period of liberation for me. The visual world became much more vivid and fantastical.
Post-Modernism was a heavy presence that seemed to dominate art writing and discussion. As an alternative, I was drawn to the more phenomenological work of, among others, Frank Stella, Ellsworth Kelly, Sanford Wurmfeld and Robert Swain. I was interested in the possibilities for the work to interact with the viewer in the creation of imagery and meaning. Finding ‘interference’ paints was a natural fit as the colors shift to their compliment as the light changes and the viewer moves around the work. This has been the theme of my work; Making images that explore the dynamics of light and space while having a direct interaction with the environment and the viewer.
To send a message to the artist or the administration click the link: www.museummilecontemporary.org
Traduzione in italiano
di Simona Maria Frigerio
Da bambino ho realizzato che i miei disegni a matita non erano naturalistici o accurati. Iniziai, quindi, a copiare le tavole dei fumetti e poi a disegnare i ritratti delle persone che mi circondavano. Mi era facile la resa accurata e creavo stupore negli altri. Il riscontro positivo mi incoraggiò a proseguire con il disegno e la pittura. La mia ignoranza in fatto di arte moderna era, però, un limite. Pensai che i miei progressi avessero raggiunto l’apice con l’impressionismo e desiderai qualcosa in più. Ma non sapevo cosa. Una gita scolastica al Whitney Museum fu la rivelazione. La mostra era dedicata all’astrattismo e all’espressionismo. Me ne innamorai. Di ritorno alle lezioni d’arte, iniziai a sgocciolare e a sfregiare tutto, in lungo e in largo. Inizia a diminuire le ore in classe per passare il tempo a dipingere nell’aula d’arte. Quindi, presi a non frequentare la scuola per recarmi all’Art Students League. Anni dopo, ecco dove sono arrivato.
New York City è stata essa stessa fonte di liberazione. Fin da subito ho amato la sua griglia di strade e viali per la maggior parte numerati. È un sistema coordinato grazie al quale puoi sempre capire dove ti trovavi e tracciare un percorso per raggiungere qualsiasi meta tu voglia. Mi piaceva la geometria. Quella delle strade e dell’architettura. Osservando i palazzi dalla finestra della mia camera, intuii qualcosa di simile alla teoria del push-pull di Hans Hoffman [enunciata nel 1931, tratta della non esistenza di spazio non occupato da volume. Il vuoto sarebbe volume trasparente e il colore – tramite le sue oscillazioni – può portare in primo piano volumi che si trovano in profondità, n.d.t.]. A vent’anni ero già un artista a tempo pieno, e quello fu un periodo liberatorio per me. L’universo visivo divenne più vivido e fantastico.
Allora il post-modernismo era una presenza ingombrante che dominava la critica e la discussione artistica. Come alternativa, io fui attratto dal lavoro più fenomenologico di altri, tra i quali Frank Stella, Ellsworth Kelly, Sanford Wurmfeld e Robert Swain. Ero interessato dalle possibilità del lavoro di interagire con lo spettatore nella creazione dell’immaginario e del significato. Trovai adatti, per la mia ricerca, i colori interferenziali – dato che scivolano verso il loro complementare quando cambia la luce o l’osservatore si muove intorno al dipinto. Questo è il tema centrale del mio percorso: produrre immagini che esplorano le dinamiche della luce e dello spazio mentre interagiscono direttamente con l’ambiente e l’osservatore.
Per inviare un messaggio all’artista o all’amministratore del sito, cliccare: www.museummilecontemporary.org
Friday, December 31, 2021 / Venerdì, 31 dicembre 2021
On the cover and in the article: all images courtesy by the artist ©Steven Salzman (all rights reserved. Reproduction prohibited). / In copertina e nell’articolo: tutte le immagini courtesy l’artista, ©Steven Salzman (tutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione).