Pontedera riparte dalla cultura
di Simona Maria Frigerio
La mostra Icons! – recentemente inaugurata presso il PALP Palazzo Pretorio di Pontedera – si apre con la sezione Fame dedicata ai volti delle star della pop culture, da MM a Valentino e Man Ray passando per Liz Taylor. Tutte le serigrafie su carta mostrano l’anima mondana e le immagini più note dell’artista originario di Pittsburgh. Nella sala successiva, il primo smarcamento con il volto di Keith Haring – serigrafia su maglietta di cotone – artista morto prematuramente di Aids, al quale Palazzo Blu di Pisa sta dedicando, in contemporanea, una personale; e, accanto, il ritratto postumo della madre della letteratura modernista statunitense, Gertrude Stein (di cui si ricorda anche un celebre ritratto di Pablo Picasso, dato che la scrittrice fu ricca mecenate, la quale a Parigi raccolse intorno a sé, nelle prime due decadi del Novecento, un’intera generazione di artisti). Nello stesso spazio, il pugno – metafora e metonìmia di Muhammad Ali, pugile ma anche attivo antimperialista – e le curiose e poco note reinterpretazione dell’immaginario favolistico di Hans Christian Anderson.
Proseguendo, si scoprono le cosiddette nature morte dove campeggiano i simboli della nostra società consumistica, dalle zuppe Campbell assurte a icone pop all’Absolut vodka – di cui ricordiamo il confronto al Lucca Center of Contemporary Art (da poco chiuso definitivamente) con il medesimo soggetto trattato da Laurence Gartel (https://www.inthenet.eu/2017/05/09/warhol-vs-gartel-hyp-pop/). La curiosità è però data da Paris Review (serigrafia su carta del 1967), in cui una semplice ricevuta si trasforma in oggetto da collezione. Come se fossimo di fronte a un tovagliolo di carta con uno schizzo di Toulouse Lautrec ma senza nemmeno l’autoralità dello schizzo. Sulla medesima scia interpretativa del fare arte eleggendo a soggetti degni di nota (almeno quanto Marilyn Monroe) oggetti di uso comune, il Lincoln Center Ticket del 1967 e il SAS Passenger Ticket dell’anno successivo. La sezione Still life comprende anche reinterpretazioni più ‘canoniche’ come gli Space Fruits con pesche o mele a metà strada tra oggetti volanti non identificati e rimandi fallici. Sgargiante e maestosa l’anguria (Space Fruits. Watermelon, serigrafia su carta, 1979).
Nella serie di copertine della rivista Interview (fondata da Warhol, John Wilcock e Gerard Malanga nel 1969), spicca il ‘gaze’ (titolo della sezione) dei personaggi ritratti – da Jagger a Stallone passando per i giovani Travolta e Madonna fino a una versione patinata di Debbie Harry (front woman dei Blondie). Stranamente pare di trovarsi di fronte all’immaginario di un ritrattista a pastello che sceglie morbidezze e colori flou puntando sullo sguardo magnetico delle star come nei coevi magazine per teenager. Similarmente a Salvador Dalí, sebbene con risultati inferiori, anche Warhol si applica all’ideazione di gioielli per poi virare, con maggior convinzione, su Gems – serie a metà strada tra non figurativismo e i contemporanei Space Fruits.
Una vera chicca sono i delicati Flowers hand colored, degli anni 70, dove le serigrafie sono rese più tenui dalla colorazione a mano e si nota, nel contempo, un’attenzione per il tratto – nervoso – che rimanda alle nature morte di De Pisis.
Nella sezione più politica, da notare le celebri Electric Chair del ʻ71, ma anche la serigrafia del ʻ64, dedicata alla sommossa degli afroamericani a Birmingham (in Alabama) dell’anno precedente; e la serie Cow dove l’animale, tra i più sfruttati in allevamenti intensivi e per la produzione industriale di latte si staglia, ancora una volta, come icona e memento. A seguire, la consapevolezza politica dell’artista trova conferma nell’accostamento tra le figure iconiche di Mao o Lenin con Toro Seduto ed Edward Kennedy – tutti ugualmente immortalati, tutti ugualmente mass-mediatizzati. Eppure la forza nello sguardo di Lenin, la sua solarità prorompente nel mare lavico (che pare rimandare alla fascinazione di Warhol per il Vesuvio, di cui vi è in mostra un’opera), paiono pre e trans-figurare la carica dirompente di un uomo e del suo messaggio, in pochi tratti incisivi, stagliando nettamente la sua figura all’interno di un discorso altrimenti più mainstream e pop.
Interessante e ben allestita la sezione musicale con alcune chitarre originali accompagnate da oggettistica-feticcio come il cappello di Michael Jackson. La chicca qui è la cover del disco Querelle (1982), colonna sonora del film culto di Rainer Werner Fassbinder con Jeanne Moreau che cantava Each man kills the thing he loves (testo da Oscar Wilde). Nella stessa sala, un altro oggetto di culto del periodo, l’LP con cover originale dei Velvet Underground feat. Nico, accanto ai pantaloni stampati col marchio Coca-Cola (1970).
Per finire la sezione forse più personale, nella quale al ritrattista glamour si affianca l’occhio indiscreto che coglie frammenti di esistenze che ruotano intorno alla sua Factory o nel suo ambiente elettivo, l’underground newyorkese. Si respira il sapore documentario del primo Robert Mapplethorpe (al quale abbiamo recentemente dedicato un ricordo: https://www.inthenet.eu/2021/10/15/omosessualita-sado-maso-e-ispirazione/) e un certo gusto per la sperimentazione negli acetati negativi. Le composizioni coloristiche della serie Ladies and Gentlemen (metà degli anni 70) riconfermano, al contrario, la sua sensibilità pittorica.
Un percorso ricco, piacevole, ben allestito e, grazie alla varietà delle sezioni, fruibile anche da chi non sia un appassionato d’arte che proseguirà fino al 20 marzo 2022.
La mostra continua:
PALP Palazzo Pretorio
piazza Curtatone e Montanara – Pontedera (PI)
da mercoledì 10 novembre 2021 a domenica 20 marzo 2022
orari: da martedì a domenica dalle ore 10.00 alle 19.00
Andy Warhol. Icons!
a cura di Nicolas Ballario ed Edoardo Falcioni
ente promotore Fondazione per la Cultura Pontedera
con il patrocinio della Regione Toscana
evento ideato nell’ambito di Natale ad Arte – Pontedera 2021
promosso da Fondazione per la Cultura Pontedera
in collaborazione con il Comune di Pontedera
venerdì, 26 novembre 2021
In copertina: veduta di una sala espositiva della mostra Andy Warhol. Icons!, presso il PALP Palazzo Pretorio di Pontedera (fornita gentilmente dall’Ufficio stampa)