Patologie inconsuete e stra-ordinarie
di Lucia Mazzilli
La mente umana è qualcosa di meraviglioso, un oceano infinito praticamente impossibile da esplorare, un pianeta misterioso con vulcani che eruttano stupore, un intricato bosco di emozioni, sensazioni, percezioni, una sofisticata e complessa alchimia in continuo cambiamento, un vortice spazio-temporale che si sposta come un uragano, una musica irripetibile. Purtroppo tanta meraviglia incontra ostacoli, contrarietà e avversità, le circonvoluzioni del cervello si infilano in enigmatici labirinti e i sentieri della psiche incontrano aree oscure e nebbiose. Lo sanno bene neurologi e neuropsichiatri, psicologi e psicoterapeuti, psicoanalisti e psichiatri e l’elenco delle sindromi inconsuete è davvero lungo e tuttora inesplorato. E non stiamo certo parlando di quelle difficoltà individuali che caratterizzano la personalità di ogni essere umano rendendoci unici al mondo, stiamo parlano di patologie in qualche modo invalidanti e che disturbano pesantemente lo scorrere del vivere quotidiano e le relazioni con il mondo.
Lo stesso vale per il sofisticato sistema che regola il nostro corpo, tanto perfetto quanto fragile nella sua complessità. Spesso paragonato a un’elaborata macchina, il nostro corpo dovrebbe forse essere comparato a uno spartito musicale nel quale le note, conosciute e ripetibili, creano arpeggi misteriosi, originali e inediti.
Ci occuperemo in questa rubrica di alcune patologie inconsuete e, fortunatamente, spesso rare, una serie di puntate dedicate a sofferenze stra-ordinarie. E cercheremo di farlo senza dimenticare il prezioso insegnamento di Oliver Sack “Il linguaggio, questa invenzione squisitamente umana, può consentire quello che, in linea di principio, non dovrebbe essere possibile. Può permettere a tutti noi – perfino a chi è cieco dalla nascita – di vedere con gli occhi di un altro.”
Morire dal ridere
Non sempre ridere è una manifestazione emotiva legata al divertimento. Ci sono risate che sono attribuibili a patologie neurologiche e che non sono legate a situazioni di ilarità; si chiama “sindrome pseudobulbare” o “paralisi pseudobulbare” l’incapacità di controllare i muscoli del distretto facciale determinata da diverse problematiche neurologiche (per esempio, tumore al cervello, demenza, sclerosi multipla, sclerosi laterale amiotrofica/SLA, morbo di Parkinson, epilessia, sindrome di Tourette).
Il “riso spastico” è una manifestazione improvvisa e incontrollata che può avvenire anche in risposta a una notizia triste.
Una rara forma di epilessia prevede delle “crisi gelastiche”, anche in questo caso le esplosioni di riso sono improvvise, fuori da qualsiasi contesto emotivo e sono accompagnate da alterazioni dello stato di coscienza.
La “risata sardonica” è uno spasmo dei muscoli facciali che caratterizza chi si ammala di tetano. La bocca si torce e lo sguardo rimane fisso: il risultato è un’espressione inquietante che evoca una risata maligna. Viene anche chiamato “riso tetanico”.
Il “riso fatuo” è una manifestazione infantile e quasi imbarazzata che caratterizza persone affette da psicosi, demennza e danni cerebrali.
La “risata killer” può essere attivata da una situazione ilare, ma prosegue ed è irrefrenabile tanto da portare la persona allo svenimento.
Si può anche morire dal ridere, risate irrefrenabili possono, infatti, provocare arresto cardiaco, asfissia, infarti nella zona del tronco encefalico.
La sindrome pseudobulbare è stata messa in luce nel 2019 dal film Joker: il protagonista, ispirato all’omonimo personaggio dei fumetti DC Comics, viene colto da improvvisi e incontrollabili attacchi di risate provocando diffidenza, disappunto e terrore nelle persone che lo circondano. Ma le risate patologiche sono protagoniste di molte altre forme di comunicazione. Joker nel fumetto di Batman uccideva spesso i suoi nemici con un veleno che provocava risate mortali, in una gag dei Monty Python, intitolata “La barzelletta mortale” gli Inglesi sconfiggono i Tedeschi grazie a una barzelletta che procura risate letali. Questa gag merita di essere vista e possiamo trovarla su You Tube . Nelle Avventure di Pinocchio di Carlo Collodi un serpente muore dal ridere vedendo una fragorosa caduta del burattino in uno stagno. Nel film Chi ha incastrato Roger Rabbit le perfide faine muoiono dal ridere assistendo a un buffo balletto di Eddie Valiant.
Anche se molto rari, purtroppo esempi di morte per risate patologiche ce ne sono anche nella vita reale e si riportano casi anche nell’antichità. Uno studio pubblicato sul British Medical Journal nel dicembre 2013, condotto per un arco di tempo di 67 anni, riporta un solo caso di morte per risata patologica. Una donna schizofrenica di 50 anni con problemi cardiaci, dopo aver riso per un giorno interno per aver ascoltato una barzelletta, è collassata e non ha risposto positivamente ai tentativi di rianimazione.
C’è, però, l’interessante caso della tribù aborigena Fore nel sud-est della Papua Nuova Guinea decimata da risate patologiche. Il rituale funerario di questa tribù prevedeva una forma di cannibalismo: cuocere e mangiare il defunto significava accogliere la protezione e la benedizione degli estinti, in particolare le donne e i bambini mangiavano il cervello, parte anatomica che, secondo le credenze della tribù, forniva particolare protezione e favori. Questa usanza è stata chiamata dagli studiosi “endocannibalismo ritualistico”. Tra il 1930 e il 1950 si comprese però che inconsueti e numerosi decessi erano da associare a questo rituale. Lo studioso Arthur Carey attribuì a questa patologia il nome “kuru” che, in lingua fore significa “tremare”, gli individui colpiti infatti erano afflitti da tremori violenti e perdita di coordinazione; altro nome della malattia è “negi nagi”, che significa “persona sciocca”, perché risate immotivate e persistenti caratterizzavano il percorso della malattia. Kuru, per altro è una patologia contagiosa, che, nella metà dello scorso secolo raggiunse livelli di epidemia.
È al medico Daniel Carleton Gajdusek e al virologo Vincent Zigas che si deve la difficile spiegazione di questa patologia che affliggeva in particolare donne e bambini: in sintesi, alla base di tutto, c’erano dei “cervelli malati”, affetti cioè da un agente infettivo, un virus che necessitava di un arco temporale lunghissimo (da 10 a 50 anni) per manifestarsi. All’origine probabilmente i tessuti contaminati da prioni di un individuo affetto da malattia di Creutzfeldt-Jakob . Attraverso il cannibalismo la malattia si è diffusa su larga scala passando da generazione a generazione. Dagli Anni Cinquanta del secolo scorso il rito del cannibalismo funerario è stato vietato e i casi di kuro sono diminuiti fino quasi a sparire. Si riportano solo 11 casi tra il 1996 e il 2004.
Quello della malattia kuro è un caso paragonabile alla ben più nota encefalopatia spongiforme bovina, detta “morbo di mucca pazza”. Anche qui un prione, cioè una proteina patogena, provocava danni neurologici irreversibili. Nei mangimi per mucche c’erano infatti delle farine di carne, carne di mucche morte, macinata ed essiccata; tali farine venivano un tempo lavorate con solventi che, però si rilevaromo cancerogeni, si passò quindi a una lavorazione tramite semplice pressione. Questa procedura, tuttavia, non consente di distruggere i prioni. Da qui la malattia delle mucche che si trasmise a livello epidemico.
Detto tutto ciò, continuiamo a ridere e ridiamo di gusto. Tutti i medici concordano nel dire che i benefici della risata sono innumerevoli e sono toccasana sia per la mente sia per il corpo. Ridere ha effetti positivi sulla respirazione, sull’ossigenazione, sulla circolazione del sangue, aiuta a prevenire malattie cardiovascolari, attiva il cervello, è un antidoto per ansia e depressione, alza le difese del sistema immunitario, riduce la pressione sanguigna, aiuta a dormire sereni, è un antidolorifico naturale e, ovviamente, consolida il rapporto con gli altri e migliora quello con se stessi. Ridere è così importante che il 7 maggio è stato eletto “Giornata mondiale della risata”. E allora concludiamo con qualche aforisma che, se ce ne fosse bisogno, aiutano a riconcigliarci con quella meravigliosa manifestazione emotiva che è la risata.
Il tempo trascorso ridendo è tempo trascorso con gli dei. (Proverbio giapponese)
Chi non ride mai non è una persona seria. (Fryderyk Chopin)
Una risata è la distanza più breve tra due persone. (Victor Borge)
Bello è tacere insieme, ancor più bello ridere assieme sotto il panno di seta del cielo. (Friedrich Nietzsche)
Per ridere veramente, devi essere in grado di sopportare il tuo dolore e giocare con esso. (Charlie Chaplin)
La risata è satanica, quindi profondamente umana. (Charles Baudelaire)
Venerdì, 19 novembre 2021