La catarsi rituale del teatro nell’emozione dell’incontro
di Simona Maria Frigerio e Luciano Uggè
La pandemia ha allontanato le persone, reso impossibile il viaggio, l’incontro, il dialogo. Sul palco del Teatro Era di Pontedera (finalmente riaperto al pubblico) si è capito, dopo 19 mesi di re/costrizioni, l’importanza della mezcla culturale, artistica e disciplinare per creare arte che, fruita attraverso il teatro, diventa compartecipazione con lo spettatore di un evento etico/estetico unico e irripetibile.
Nella precisione della danzatrice e coreografa indiana (ma francese di adozione) Shantala Shivalingappa; nell’estro registico di Aurélien Bory – in grado di far dialogare la propria scenografia à la E. G. Craig), insieme funzionale e simbolica, con Shivalingappa come si fosse in presenza di due danzatori; nell’originalità dell’esecuzione percussionistica di Loïc Schild (capace di creare ritmi e suggestioni utilizzando perfino la stessa scenografia) si vede come solamente il dialogo reale, concreto, appassionato tra artisti e linguaggi possa partorire piccoli capolavori di bellezza, in grado di consegnare allo spettatore un preciso significante e un significato complesso.
Accanto a loro e indispensabili, il light designing, sempre puntuale e di grande suggestione ed efficacia, firmato da Arno Veyrat (assistito da Mallory Duhamel) e le musiche, che fondono sonorità occidentali e ritmi orientali, di Joan Cambon. E a permettere tutto ciò il palco del Teatro Era, che dimostra come – per molti spettacoli – il luogo deputato non sia solo un orpello bensì indispensabile (ed è ridicolo pensare di riconvertirlo ad hub vaccinale).
Dalle note di regia si legge che ci troviamo di fronte all’eterno ciclo di nascita/crescita e finale distruzione imposto dal dio Shiva. E l’ultima scena, con quegli input luminosi che possono rimandare a una matrice di Dna o a un codice binario paiono indicarci la rinascita della ruota della vita di tradizione buddhista. Ma in controluce i messaggi potrebbero essere anche altri perché l’opera d’arte, quando tale, si presta sempre a molteplici interpretazioni – a vari stadi coscienti e inconsci. Se, in superficie, infatti si plaude alla maestria tecnica dell’intero ensemble, sulla – e fuori dalla – scena, è a livello liminale che se ne apprezzano le infinite sfumature di senso.
Laddove la regia vede Shiva, si può anche leggere la storia del nostro pianeta. La madre terra con il suo respiro che dà vita all’essere umano, il quale la sfrutta fino a distruggerne la bellezza, incapace di rendersi conto che in quel grumo che fu luce e che si trasforma in cenere, perirà anche il genere umano, schiacciato dalla sua stessa tracotanza. Ma altri, forse quei robot preconizzati da Isaac Asimov, quali esseri più intelligenti di noi, prenderanno il nostro posto in maniera più armonica con l’ambiente che ci ospita e che li accoglierà.
L’eterno ritorno – di ascendenza buddhista e interpretazione nietzschiana – è stato esperito a teatro, in quello spazio ‘inessenziale’ dove uomini e donne, artisti e spettatori riescono ancora a ragionare su di sé e sul mondo superando false certezze e manichee divisioni, preconcetti superficiali e barriere socio-linguistiche. Il teatro torna a viaggiare, finalmente, e con esso possiamo farlo anche noi.
Un piccolo capolavoro dalla potenza catartica e dalla leggerezza del battito di un’ala di farfalla – che, da solo, può sgretolare universi.
Lo spettacolo è andato in scena nell’ambito di Fabbrica Europa:
domenica, 10 ottobre 2021, ore 18.00
Teatro Era
via Indipendenza – Pontedera (PI)
aSH
con Shantala Shivalingappa (danza)
e con Loïc Schild (percussioni)
design, scenografia, regia Aurélien Bory
coregrafia Shantala Shivalingappa
drammaturgia Taïcyr Fadel
light designing Arno Veyrat assistito da Mallory Duhamel
musica Joan Cambon
ideazione tecnica della scena Pierre Dequivre e Stéphane Chipeaux-Dardé
costumi Manuela Agnesini
con il prezioso aiuto di Nathalie Trouvé
direzione tecnica Thomas Dupeyron
produzione Compagnie 111 – Aurélien Bory coproduzione: ThéâtredelaCité – CDN Toulouse Occitanie, Festival Montpellier Danse 2018, Agora – PNAC Boulazac-Nouvelle-Aquitaine, La Scala – Paris, L’Onde Théâtre Centre d’Art – Vélizy – Villacoublay
venerdì, 22 ottobre 2021
In copertina: aSH di Cie 111. Shantala Shivalingappa, danzatrice e coreografa in aSH, per la regia di Aurélien Bory. Foto ©Aglae Bory (gentilmente fornita dall’Ufficio stampa di Fabbrica Europa)