La causa di Spencer Elden come paradigma della caccia alle streghe
di Simona Maria Frigerio e Luciano Uggè
Beati i tempi in cui a Jodie Foster, bambina, un cagnolino afferrava il costume (non intero, perché allora le bambine non dovevano celare un seno che non avevano), scoprendole una natica e lo spot della crema solare suscitava tenerezza. Beati i tempi in cui un o una quindicenne poteva fare sesso con il suo ragazzo ventenne senza che quest’ultimo rischiasse di essere messo in galera per stupro, pedofilia o pedopedofilia. Beati i tempi in cui una band poteva mettere sulla copertina di un disco – che avrebbe fatto il giro del mondo e la storia del rock – la foto di un bambino nudo, che sguazza felice in acqua, e l’amo con appeso un dollaro e il mondo vi leggeva messaggi anticapitalistici (del tipo che l’innocenza può essere irretita dalla ricchezza, o che un cantante talentuoso e troppo sensibile rischia di essere schiacciato dalla macchina discografica e di spararsi). Nessuno, allora, avrebbe pensato di coprire il pene del bimbo (come rivendica oggi l’ex bambino/modello, Spencer Elden, ormai cresciuto e del quale, senza quella foto e l’attuale causa, probabilmente nessuno saprebbe che esiste). E così, forse, toccherà alla copertina dell’album culto dei Nirvana (perché non lo si accusi di pedopornografia o quant’altro) la medesima sorte dei nudi del Giudizio Universale di Michelangelo che, secondo le disposizioni del 1564 della Congregazione del Concilio di Trento, furono coperti in quanto ‘osceni’.
Passando alla biennale di fotografia, PhotoLux:
ricordiamo come uno tra i reportage più interessanti, non solo dell’edizione 2015, quello firmato dalla fotografa statunitense Sofia Valente, intitolato Miracle Village, che raccontava l’esistenza di “cento condannati per reati a sfondo sessuale, che oggi risiedono in questo paesino della Florida, fondato dal pastore evangelico Dick Witherow, quale rifugio per coloro che chiama i «lebbrosi di oggi»”.
Il bombardamento mediatico contro ogni forma di ‘devianza’, fa rientrare oggi in qualche forma di reato con conseguente condanna qualsiasi atteggiamento non regolamentato da una morale bacchettona peggiore di quella degli anni 50 del Novecento. Sulla scia di quella tivù spazzatura che ammorba le nostre menti con continui stupri, violenze e omicidi di donne e bambini, non si può più accarezzare un bambino nel parco o far girare nostra figlia di quattro anni nuda in spiaggia senza passare per pedofili o dissennati.
Miracle Village è diventata perfino protagonista di un episodio dell’undicesima serie di Criminal Minds, Pariahville (La città dei reietti), dove il top del frullatore cerebrale che compiono i mezzi di disinformazione e intrattenimento si raggiunge con la citazione iniziale: “Giuro dal fondo del cuore che vorrei essere guarito. Vorrei essere come gli altri uomini, non questo reietto che nessuno vuole” di Edward Morgan Forster – che, ovviamente, oltre a essere stato uno tra gli scrittori più interessanti del Novecento, era omosessuale in tempi in cui l’omosessualità era ancora considerata una malattia, ma, naturalmente, non era né un pedofilo né un violentatore e tale affiancamento pare offensivo oltre che fuorviante (dato che si citano nome e cognome del romanziere britannico, che ha scritto, tra gli altri, Howard’s End e Maurice, entrambi portati poi sul grande schermo in film di successo).
Senza voler entrare in una diatriba legale che pare adatta al gusto agostano per il disimpegno – e che occupa più pagine, almeno online, della débâcle completa e disastrosa dell’esercito statunitense in Afghanistan; tenendo anche conto dell’attacco dell’Isis-K all’aeroporto di Kabul (e a un albergo nei pressi), la cui responsabilità è stata scaricata dai talebani proprio sugli Stati Uniti: «È avvenuto in una zona dove la sicurezza è nelle mani delle forze statunitensi», avrebbe detto il loro portavoce Zabihullah Mujahid, secondo fonti stampa italiane. Ebbene, seppure vi sono affari ben più seri di cui riferire come giornalisti e di cui occuparsi come lettori, forse una domanda dovremmo porcela tutti: ma se la bellezza è nell’occhio di chi guarda (almeno da Hume a Gide), come mai la nostra società vede solamente violenza e brutture contemplando un bambino nudo?
Per chi volesse riascoltare uno tra i capolavori del grunge:
*Nevermind: un gioco di parole con il titolo dell’album dei Nirvana, che significa ‘non importa!’
Venerdì, 10 settembre 2021
In copertina: La creazione dell’uomo, particolare del giudizio Universale di Michelangelo (Foto di Jane13 da Pixabay).