di Lucia Mazzilli
In seguito a una lunghissima e preoccupante siccità, per la prima volta, dopo cinque anni, i laghi australiani Menindee si sono riempiti d’acqua. Questi laghi, situati nel Nuovo Galles del Sud, sono una serie di nove grandi depressioni poco profonde, collegate fra loro dal fiume Darling, che contengono riserve d’acqua per le vicine città di Menindee e Broken Hill, distanti circa 110 chilometri. L’acqua viene utilizzata anche per l’irrigazione e per scopi domestici sul fiume Darling inferiore.
Le immagini mostrano la serie di laghi Menindee durante l’estate, il 2 febbraio 2019, e durante l’autunno, il 14 maggio 2021, e sono state riprese dall’Operational Land Imager (OLI) a bordo del satellite Landsat 8. Il colore verde nei laghi in estate è probabilmente attribuibile alla presenza di alghe e vegetazione, mentre il colore grigio lattiginoso della ripresa di maggio è presumibilmente determinato da sedimenti sospesi sollevati dall’innalzamento delle acque nel bacino (ricordiamo, per inciso, che le stagioni in Australia sono invertite rispetto all’Europa).
I laghi Menindee seguono un modello di espansione e contrazione, riempiendosi quando ci sono forti piogge e poi prosciugandosi a causa del clima spesso arido. Una siccità prolungata li ha lasciati praticamente disseccati dal 2016. La siccità è stata particolarmente acuta nel 2018-19, quando la mancanza di acqua ha contribuito alla morte di un milione di pesci, con conseguenti e immaginabili danni ambientali ed economici.
Per la prima volta dal 2016, nell’aprile 2021, è stato possibile aprire le dighe tra il lago Pamamaroo e Menindee e, per la prima volta dal 2017, il lago Cawndilla si sta riempiendo d’acqua. Si prevede che gli afflussi d’acqua porteranno più agricoltura, pesca e turismo nella regione nei prossimi mesi.
E fin qui, sembrerebbe una buona notizia, ma se andiamo a indagare i motivi che hanno portato a questa inversione di tendenza, il sorriso si spegne immediatamente.
Nell’estate del 2020-21 (da dicembre a febbraio), infatti, molte zone del Nuovo Galles del Sud hanno subito le piogge torrenziali e le peggiori inondazioni degli ultimi sei decenni. Centinaia di migliaia di persone sono state sfollate, molte scuole sono state chiuse, diversi fiumi hanno raggiunto livelli di piena rompendo gli argini. Le acque alluvionali si sono, quindi, lentamente fatte strada attraverso il sistema del fiume Darling-Baaka nel nord del New South Wales per raggiungere i laghi Menindee. I danni causati dalle alluvioni sono tuttora inestimabili. Si pensi, inoltre, che molte delle zone colpite da inondazioni, nel 2019, sono state devastate da incendi durante la stagione degli incendi boschivi.
Da un disastro ambientale all’altro: un complesso disequilibrio colpisce a livello globale il pianeta che abitiamo. Il problema è noto e l’attualità di questi giorni ha spinto l’emergenza ambientale a livelli giudicati da molti irreversibili. Per quanto riguarda gli incendi che stanno devastando diverse aree del pianeta che abitiamo, possiamo vedere e scaricare le mappe (globali o circoscritte a un’area) in tempo quasi reale (solo tre ore dopo l’osservazione satellitare) andando al sito https://firms.modaps.eosdis.nasa.gov. Fire Information for Resource Management System è un servizio della NASA. I dati sono raccolti dallo spettrometro Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer (MODIS) a bordo dei satellliti artificiali Terra e Acqua dal set di radiometri Visible Infrared Imaging Radiometer Suite (VIIRS), che raccolgono la luce proveniente dalla superficie terrestre in 22 lunghezze d’onda differenti, a bordo dei satelliti congiunti NASA/NOAA Suomi National Polar orbiting Partnership (Suomi NPP) e NOAA-20.
Alla fine dello scorso maggio, la NASA ha anche annunciato la nascita di un ambizioso progetto denominato Earth System Observatory (https://www.nasa.gov/press-release/new-nasa-earth-system-observatory-to-help-address-mitigate-climate-change). “Ho visto in prima persona l’impatto degli uragani resi più intensi e distruttivi dai cambiamenti climatici, come Maria e Irma. La risposta dell’amministrazione Biden-Harris ai cambiamenti climatici corrisponde all’entità della minaccia: un intero governo, un approccio pratico per affrontare questo momento”, ha affermato l’amministratore della NASA, il senatore ex astronauta Bill Nelson. “Negli ultimi tre decenni, gran parte di ciò che abbiamo appreso sui cambiamenti climatici della Terra si basa sulle osservazioni e sulla ricerca satellitare della NASA. Il nuovo Earth System Observatory della NASA amplierà questo lavoro, fornendo al mondo una comprensione senza precedenti del nostro sistema climatico terrestre, fornendoci dati di nuova generazione fondamentali per mitigare i cambiamenti climatici e proteggendo le nostre comunità di fronte ai disastri naturali”. Anche l’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, è attiva nell’ambito del monitaraggio climatico e lo scorso 13 luglio ha stabilito un accordo con la NASA per una condivisione dei dati raccolti. Come ho affermato Toni Tolker-Nielsen, Direttore dei programmi di osservazione della Terra dell’ESA, “Stiamo già assistendo agli effetti del cambiamento climatico attraverso l’aumento delle temperature, l’innalzamento del livello del mare, lo scioglimento dei ghiacci e lo scongelamento del permafrost. Sia l’ESA sia la NASA hanno strumenti e competenze eccellenti per far progredire le scienze della Terra, quindi lavorando insieme saremo in grado di ottenere molto di più”.
NASA Earth Observatory images by Lauren Dauphin, using Landsat data from the U.S. Geological Survey. Story by Kasha Patel.
per ulteriori informazioni:
https://earthobservatory.nasa.gov/images/148336/menindee-lakes-finally-refilling
https://landsat.visibleearth.nasa.gov/view.php?id=148336
Venerdì, 13 agosto 2021