Dicono di lavarsi le mani e nel frattempo cercano di lavarci il cervello
di Noemi Neri
È sempre più inquietante lo scenario che va delineandosi nel nostro Paese con un governo che si mostra sempre più negazionista. Al centro dell’attenzione dei mass media la battaglia tra vax e no vax, ma esiste davvero questo scontro?
Indubbiamente Internet ha rigurgitato una serie di insulti da parte dei più integralisti che, tra i tanti, inneggiano ai campi di concentramento per chi non vuole vaccinarsi e vendetta qualora dovessero andare in ospedale, ma tra le manifestazioni avvenute nei giorni scorsi c’erano anche i vaccinati. La dicotomia con la quale i giornali ci bombardano sembra trattare gli italiani come degli ultrà che devono difendere la propria tifoseria a scapito dell’altro gruppo, un noi contro loro inutile. Chi è contro il Green Pass difende la libertà di scelta; un Governo che toglie questa libertà imponendo di fatto l’obbligo del vaccino creando disuguaglianza, discriminazione e privilegiati, è un Governo criminale, fuori controllo. Non può esistere un pass per poter partecipare alla vita lavorativa e sociale. Perché per esempio, un medico può essere obiettore di coscienza e rifiutarsi di prestare la propria opera in base alla propria etica e un altro medico per esercitare la professione deve essere obbligato a vaccinarsi, perché di uno si rispettano le idee e convinzioni e dell’altro no? E chi ha investito nella propria formazione per esercitare una professione che gli viene negata qualora non voglia vaccinarsi, a chi deve chiedere risarcimento per il cambio dei piani della propria vita? Non permettere alle persone di lavorare, dunque provvedere a se stesse, e di avere una vita sociale, equivale a impoverire chi offre un servizio tanto quanto chi ne vorrebbe usufruire. Chi è convinto di non vaccinarsi non lo farà di certo per andare alle terme. Inoltre, chi dovrebbe controllare chi è vaccinato e a che titolo?
Se il Governo è così convinto che il vaccino sia la salvezza, che non farlo equivalga a morire, perché non si prende la responsabilità di renderlo obbligatorio al posto di limitare fortemente la socialità creando malcontento, discriminazione e risentimento tra le persone? Ne consegue una disuguaglianza non solo in termini di accesso ai servizi, ma anche nella scelta in sé che privilegia chiaramente chi ha maggiori disponibilità economiche dal momento che il vaccino è gratuito e il tampone no e hanno una durata di validità completamente diversa.
Il delirio di onnipotenza del quale si sente investito lo Stato italiano, è inaccettabile così come l’accanimento dei vaccinati che elevano la misera esperienza della loro vita a esempio per il mondo, che pretendono che tutti si conformino alla loro idea convinti di essersi messi in salvo, beati loro che hanno certezze. Augurano la morte a chi non si vaccina mentre ticchettano dietro le loro tastiere, magari accendendosi una sigaretta venduta loro da quello Stato che ci vuole tutti sani.
E allora, se sul Governo non si può contare, se alcuni vaccinati ce li siamo giocati, per tenerci il diritto di scegliere cosa fare del proprio corpo, per poter lavorare e condurre la propria vita normalmente, ora o in futuro, non ci resta che appellarci al buon senso delle persone: vaccinati e non, ancora in grado di rispettare l’opionione altrui.
Dobbiamo opporci alla riduzione della libertà, devono opporsi i datori di lavoro, i ristoratori, proprietari di palestre e attività sportive, le compagnie di trasporto, i poliziotti e gli addetti ai controlli, tutti dobbiamo rifiutarci di mettere in pratica gli obblighi del Green Pass, illegittimi come il Governo che non ci manda alle urne e procrastina uno stato di emergenza inesistente. Intanto, sempre in virtù della coerenza che contraddistingue la gestione della pandemia, il virus in Chiesa non arriva, chissà che questo non apra a un nuovo settore: holy happy hour per tutti.
Venerdì, 30 luglio 2021
In copertina: Trapped, foto di Dr StClaire da Pixabay.