… e ci caschiamo sempre!
di Simona Maria Frigerio
Ci abbiamo messo millenni per avere la pillola anticoncezionale e smetterla di riprodurci come conigli, per non diventare come le nostre madri o nonne (ricordate Sophia Loren in Una giornata particolare) sfasciate a trent’anni da gravidanze sfibranti, con ogni ora del giorno dedicata al lavoro (nei campi o in fabbrica o, magari, a bottega) e/o alla cura (che è sempre spettata alle donne per atavica condanna) della casa, dei figli, del marito e magari dei suoi fratelli, dei vecchi e dei malati. Senza un minuto per noi stesse, per leggere o studiare, incontrare un’amica (l’amicizia ha bisogno di tempo), uscire a farsi una camminata con il lusso della mancanza di una meta precisa; agognando un cinema o una balera per dare un minimo di frizzo a un’esistenza sempre uguale e, soprattutto, totalmente votata agli altri – volenti o nolenti. La politica, le arti, il diritto al piacere sono state conquiste recenti, come quello a una carriera, a non voler figli, a viaggiare: a possedere e gestire finalmente il proprio tempo. Senza sentirsi in colpa.
Ora, ascoltare Ursula Von der Leyen (che, tra l’altro, non usa nemmeno il suo cognome da nubile – persino peggio, per le italiane che hanno lottato perché si smettesse di chiamarle signore solo quando sposate, Angela Merkel, che si fregia ancora del cognome del primo marito) dire che si possono avere sette figli e, nel contempo, fare carriera, è davvero urticante perché fa sentire noi, che non siamo wonder women, delle vere fallite. E soprattutto perché la retorica della madre, moglie, professionista, amante, amica e quant’altro… sempre sexy e con la messa in piega perfetta suona un po’ falsa.
A spulciare la sua biografia su Wikipedia si scoprono, però, alcuni fatti che ridimensionano l’affermazione. Tipo che la Presidente della Commissione Europea mentre metteva al mondo i pargoli studiava, e di tanto in tanto cambiava persino corso di studi permettendosi di passare da archeologia ad economia per poi essere ‘fulminata sulla via di Damasco’ dalla facoltà di medicina. Ci si domanda chi l’avrà aiutata a mantenersi in questo percorso di una quindicina d’anni, che l’ha condotta persino in diverse città europee. Poi ha seguito il marito negli Stati Uniti, mentre i bambini crescevano, e solamente nel 2001 ha intrapreso la carriera politica (oltrepassata la boa dei 40), diventando Ministra in soli quattro anni (il che ci fa dubitare che abbia mai fatto una seppur minima gavetta).
Ma facciamo quattro conti della serva sulla nostra pelle di anti-eroine che, però, continuiamo a rivendicare almeno il cognome col quale siamo nate.
Se riusciamo a farci mantenere fino a 35 anni, sfornare un numero imprecisato di figli (rimanendo incinte a comando e senza alcun problema al parto o dopo), e poi intraprendiamo (all’età in cui una donna normale non trova più un’offerta di lavoro nemmeno come lavapiatti perché ‘troppo vecchia’) una qualsiasi carriera (per la quale non abbiamo nemmeno una specifica qualifica, come la politica) e raggiungiamo i vertici in meno di un lustro, quanto tempo potremo dedicare a ciascuno dei nostri figli ogni giorno? A meno di non possedere giornate di 36 ore, anche dedicando solo mezz’ora a ogni figlio, l’anti-eroina dovrebbe avere 3 ore e mezza libere per tale necessità!
E ve la vedete questa wonder woman – che non è, ovviamente, la Presidente – ma una di noi, una qualsiasi di noi che dà retta, ad esempio, alle pediatre all’ultima moda che predicano allattamento al seno e poppata free ogniqualvolta il pargolo la richieda, e si sveglia tre volte per notte, alzarsi poi alle 6 del mattino, fresca come una rosa, per preparare la colazione alla nidiata (dato che non tutte potranno avere colf, baby-sitter e cuoca a portata di portafoglio), aiutare un paio a vestirsi, a un terzo bambino controllare la cartella, al quarto se ha pulito l’apparecchio per i denti, alla maggiore se non ha esagerato con la minigonna e poi, allattata nuovamente la minore, giusto prima di infilarsi il tailleur e spartirsi la consegna dei marmocchi – tra nido, materna e scuola – con il coniuge (a meno di non possedere un minivan invece di un’auto), correre in ufficio – o al ministero o in fabbrica – col rossetto senza sbavature e pronta per una giornata di lavoro di una decina d’ore almeno (perché lo straordinario è d’obbligo se si vuol farsi notare)?
A nessuna che ha plaudito la Presidente è venuto in mente che i figli fanno sport e qualcuno deve accompagnarli, così come hanno bisogno di cure dentistiche, libri e scarpe e qualcuno deve pagarli? Se si è due genitori, come andare a sette saggi di fine anno, assistere alla recita e alla partita, accompagnare alla lezione di pianoforte e al corso di inglese o di tennis o, semplicemente, avere il tempo per consolare il primo abbandono, raccontare la favola, curare l’influenza, tenere in mente le vaccinazioni obbligatorie, parlare con gli insegnanti, reggere il sellino quando il/la piccolo/a passa dalla bici a quattro a quella due ruote, e così via? Tra le 21 e le 22 del martedì e mercoledì o la domenica pomeriggio al rientro dal meeting, dal summit o dal briefing?
Ecco, nessuno vuol togliere niente a queste wonder women: ma finiamola con la retorica. Un figlio – farlo o non farlo – può essere una scelta e, magari, non farlo ha, tra le molte ragioni, il non volerlo, o sapere che non gli si dedicheranno le cure e il tempo di cui avrà bisogno, o che in un mondo sovrappopolato può essere più ecocompatibile astenersi invece di riprodursi come in tempi in cui i figli erano braccia per i campi o carne da macello per le guerre.
Potrò essere eretica, ma penso si possa essere madri in molti modi: con l’adozione, l’affidamento, l’adozione a distanza, l’essere zia, dando affetto e dedicando tempo ad amiche e amici, ai nostri studenti, ai compagni di militanza, ai giovani artisti, e così via. La maternità è un atteggiamento mentale: il desiderio di prendersi cura di un altro da sé, rispettandolo, e può essere esercitato da donne e uomini, ma bisogna smarcarlo finalmente dalla semplice riproduzione (di sé).
Venerdì, 16 luglio 2021
In copertina: Piccole anti-eroine crescono.