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Il Festival che r… esiste!
di Luciano Uggè
Sottotitolo quest’anno della manifestazione, diretta da Lucia Franchi e Luca Ricci, Questa fervida pazienza – quella che, come affermano gli stessi organizzatori, ha contraddistinto l’agire (soprattutto dietro le quinte e se/quando possibile) di “artisti, tecnici, organizzatori, amministrativi, addetti alla comunicazione, volontari e anche spettatori, che hanno tenuto vivi il teatro, la danza, il circo e la musica, proprio quando sembrava impossibile”.
Come nel 2020, Kilowatt si conferma appuntamento che nemmeno il Covid-19 riesce a battere (meglio delle Olimpiadi!) e di questo bisogna darne atto a tutta l’organizzazione.
Ma veniamo al succo di quella che sarà la kermesse del 2021 e che vedrà come artisti ‘padrini’ la coppia Scimone Sframeli, presenti non solamente con Il Cortile, ma anche con un laboratorio (con restituzione finale) e una serie di incontri.
Se in corso di pandemia ci si è domandati quale fosse il senso del fare teatro, ci si è altresì chiesti quale sia la funzione dello spettatore e se possano esistere forme diverse di fruizione – più o meno compartecipate. Fors’anche per superare l’online – che è stato spesso frainteso come teatro in video (quando il teatro, per sua natura, è in vivo) – segnaliamo la proposta di fruizione per uno spettatore alla volta: Eclissi, di Sesti Contini Fumo. La performance ci accompagnerà per l’intera durata del Festival, tesa a ragionare su un tema particolarmente spinoso quale l’Alzheimer – una malattia che allontana da chi ci circonda non perché infettiva bensì perché rende estranee le persone che più amiamo. Il che dà doppiamente da pensare.
Per la danza, da segnalare il ritorno di Nicola Galli con Il mondo altrove in due diverse modalità, di cui una – l’urban version – ci sembra rientrare nel medesimo ragionamento del cercare anche spazi altri per fare e compartecipare le arti performative. Un’esigenza che, in questo ultimo anno, è stata sentita sia dal pubblico (il quale non poteva frequentare i teatri al chiuso) sia da tutti quegli artisti che, come scrivono sempre gli organizzatori di Kilowatt, per mesi “hanno scritto testi, immaginato coreografie, preparato progetti, hanno fatto le prove in videoconferenza e qualche volta in presenza, negli spazi di residenza dove era consentito farlo” – perché non sempre i teatri, sebbene finanziati dal Fus come se fossero aperti, hanno pensato di ospitare le Compagnie prive di sede propria in modo tale che continuassero a lavorare.
Tornando al teatro, come sempre da non perdere i Sotterraneo che, questa volta, si cimentano con “la biodiversità linguistica e culturale”. In un mondo sempre più diviso – non solamente a causa della pandemia ma anche di ideologie e religioni che rifiutano il dialogo – pensare che Daniele Villa, Sara Bonaventura e Claudio Cirri (con un nutrito gruppo di colleghi artisti) abbiano deciso di intervistare decine di persone di Paesi diversi per ricreare un ecosistema culturale da preservare è decisamente motivo di interesse.
La musica sarà, come sempre, presente nel dopofestival mentre le risate amare e intelligenti ci attendono in chiusura di manifestazione, sabato 24 luglio, con Andrea Cosentino in Fake Folk. E ancora, in tempi di crisi ambientale ma anche sociale, da non mancare gli incontri della Piazza dei Beni Comuni, su tematiche quali Da Smart City a Social City. Ripensare i luoghi e gli spazi urbani (sabato 17 luglio) e Prospettive circolari: Turismo lento e Vie di Francesco (sabato 24 luglio).
Come sempre, il teatro si conferma – aldilà dello spazio fisico – luogo reale dell’incontro.
Kilowatt Festival 2021
da venerdì 16 a sabato 24 luglio 2021
Sanseplocro (AR), varie location
Programma completo su:
https://www.kilowattfestival.it/kilowatt-festival-2021/
Venerdì, 2 luglio 2021
In copertina: Il Cortile. Da sinistra a destra: Francesco Sframeli, Spiro Scimone e Gianluca Casale. Foto di Marco Caselli Nirmal (gentilmente fornita dall’Ufficio stampa di Kilowatt Festival).