Le vie del Signore sono finite
di Simona Maria Frigerio e Luciano Uggè
‘Brutte, sporche ma non cattive’ le tre madri putative di un ragazzino con gestualità da malato spastico, figlio della sorella deceduta a seguito dei maltrattamenti subiti dal suo uomo. In scena, l’ultima giornata col ragazzino prima di mandarlo in istituto. Le donne sferruzzano per racimolare di che vivere, si azzuffano per una fetta di prosciutto cotto, mangiano, cercano di spiegare al ragazzino chi era la madre, caricano il carillon per il sonnellino pomeridiano, rimettono a posto i giochi sparsi per la stanza, restano colpite dal fatto che il ragazzino, per la prima volta, si sia vestito da solo, gli fanno la valigia coi ricordi d’infanzia, piangono ma fingono allegria mentre lo vedono andarsene.
Una struttura drammaturgica lineare che rimanda ad alcuni topòi mélo – dal burattino/Pinocchio che tenta di diventare bambino alla banda del finale che maschera gli assistenti sociali o gli infermieri che vanno a prenderlo per rinchiuderlo in istituto – come capita a Blanche Dubois che crede di andare chissà dove in Un tram che si chiama desiderio. Sullo sfondo, un degrado umano, urbano e sociale che è ancorato a quel sud descritto bene da Filumena Marturano: “«Quant’èramo? Na folla! Io ‘a famiglia mia nun saccio che fine ha fatto. Nun ‘o vvoglio sapé. Nun m’ ‘o rricordo’,.. Sempe ch’ ‘e ffaccie avutate, sempe in urto Il’uno cu’ ll’ato… Ce coricàvemo senza di’: «Bonanotte!». Ce scetàvemo senza di’: «Bongiorno!» Una parola bbona, me ricordo ca m’ ‘a dicette patemo… e quanno m’ ‘arricordo tremmo mo pe’ tanno… Tenevo tridece anne. Me dicette: «Te staie facenno grossa, e ccà nun ce sta che magna, ‘o ssaje?»”.
Però quel sud esiste ancora? Ormai la mala educación, l’ignoranza, la violenza di genere (le botte che provocano il parto prematuro), la prostituzione (l’intermezzo da ‘hard-core’ che non riesce a inserirsi nella costruzione drammaturgica della giornata a meno di non pensare che avvenga in pieno pomeriggio ma, allora, perché abbassare le luci dei riflettori come se fosse notte?) sono fenomeni che interessano trasversalmente mondi altri, rispetto a quelli degli anni delle Cantate dei giorni dispari o del film di Scola che abbiamo parafrasato nell’incipit. Il femminicidio, ad esempio, si commette in ogni classe socio-culturale (come ci ha spiegato Grazia Biondi in un’intervista di qualche tempo fa: https://www.inthenet.eu/2021/03/29/si-puo-ricominciare); l’analfabetismo è soprattutto quello di ritorno: diplomati che non leggeranno un libro nella loro vita e saranno privi dei mezzi critici per interpretare la realtà; la volgarità gratuita non è più quella del ‘sogno della signora’ bensì dei miti fasulli televisivi che obnubilano la mente (come in Reality di Matteo Garrone); mentre i nuovi poveri della crisi pandemica saranno lavoratori che hanno perso il posto e, in questa società che se ne infischia dei diritti sociali, potrebbero perdere anche la casa e la dignità personale. I tempi sono cambiati.
Vi è un che di anacronistico in questo spettacolo, e la frontalità da Le sorelle Macaluso (versione teatrale, ovviamente, che, tra l’altro, vedeva in scena le medesime Italia Carroccio e Leonarda Saffi) ha un sapore da avanguardia anni 90.
Detto questo, le interpreti sono eccellenti – Leonarda Saffi in primis (anche se non sempre comprensibile per chi sia settentrionale). Simone Zambelli è ottimo sia quando incarna il malato spastico sia quando danza. La regia della Dante vola alto soprattutto quando lavora sulla mimica, la gestualità, la scelta delle musiche, quel chuchoter dell’inizio che, sempre più concitato, diventa sguaiatezza ed esasperazione, il gioco di luci (firmate da Cristian Zucaro), il finale trascinante.
Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Metastasio
via Benedetto Cairoli, 59 – Prato
domenica 6 giugno 2021, ore 18.00
Misericordia
scritto e diretto da Emma Dante
luci Cristian Zucaro
con Italia Carroccio, Manuela Lo Sicco, Leonarda Saffi e Simone Zambelli
coproduzione Piccolo Teatro di Milano- Teatro d’Europa, Atto Unico / Compagnia Sud Costa Occidentale, Teatro Biondo di Palermo
Venerdì, 18 giugno 2021
In Copertina: Misericordia: Carroccio, Saffi, Zambelli, Lo Sicco. Foto di ©Masiar Pasquali (tutti i diritti riservati, gentilmente fornita dall’ufficio stampa del Teatro Metastasio).