Molto rumore per nulla
di Simona Maria Frigerio e Luciano Uggè
Va in scena, al Fabbricone di Prato (con il suo arredamento totalmente rinnovato), Ottantanove, spettacolo scritto, diretto e interpretato da Elvira Frosini e Daniele Timpano nel 2019. Accanto a loro, sul palco, Marco Cavalcoli (particolarmente incisivo nel ‘prologo’).
2019 (ma anche 1989 o 1789). Segnalare la data, in questo caso, è d’obbligo in quanto, dopo il Covid-19, alcuni passaggi del testo paiono ormai alquanto datati. La situazione non è più quella dell’immobilismo edonistico di una società opulenta (da terrazza borghese in stile La Grande Bellezza). Perché la realtà si sta sempre più tingendo di tonalità contrastanti – dalla narrazione pandemica dei camion militari carichi di bare alla prossima estate rovente di licenziamenti; da una generazione di teenager e universitari che paiono essere felici di starsene a casa a bearsi sui social, invece di studiare, incontrarsi o vivere, ad altri che hanno affollato i pronto soccorso con atti di autolesionismo, incapaci di fare i conti con quei loro coetanei che, in Yemen o a Gaza, vorrebbero avere come massimo motivo di stress le due ore di Dad o la chat interrotta dall’ora di cena. Altro che rivoluzione! Questo è il tempo della ‘barbarie’ (99 Posse docet a vent’anni da Genova).
E così il profluvio di parole che vorrebbe scavare nel mito per riportare alla luce il valore autentico di alcuni ideali, o sfatare idee preconcette e romanticismi spazzatura da storia edulcorata (ma se Biagi peccò di anacronismi, non fece meglio chi compilò il libro per bambini sull’atto di eroismo di Trotta ne La marcia di Radetzky di Joseph Roth), finisce per scalfire solo la superficie perché non sa tagliare: pare lama spuntata di fronte a quel passato ma, soprattutto, a questo presente.
Un esempio? Il giorno della presa della Bastiglia forse sarebbe stato opportuno ricordare che i prigionieri erano solo sette. Come mai? E se vogliamo mettere sullo stesso piano omofobia e razzismo, ha senso farlo confrontando quella sfilza di termini di moda – della serie gender fluid, no gender, genderless eccetera – chic & cool in tanti ambienti (radical, liberal o, al contrario, oltranzisti religiosi) con la realtà dei migranti – dopo le navi quarantena e quelle delle Ong che non potevano attraccare nei porti italiani con la scusa della pandemia e in forza a un preciso decreto (https://www.inthenet.eu/2020/04/08/italiani-brava-gente/)?
Il tempo presente sta correndo veloce, anzi: in maniera forsennata. La libertà si gioca nella rete: nella possibilità di un tweet che, se inviso al potere, sarà oscurato insieme al nostro profilo. Il teatro silenziato in tempo di pandemia deve ripensare il proprio ruolo. Accettare la sudditanza, magari online, o tornare nella società civile rischiando? Perché il teatro è mondo e il mondo ormai sembra sempre meno interessato al teatro.
Alla fine dello spettacolo si esce dalla sala con l’impressione di aver assistito ad alcune ottime prove attorali, a frammenti beniani (Timpano che recita i diktat del Vaticano), a filate da mattatore, ma la struttura manca, la profondità anche – pare si siano voluti scardinare dei miti attraverso luoghi comuni; e intanto il tempo fugge e il futuro sta diventando presente con lucida determinazione: non è più tempo per le velleità aristocratiche (bel finale anche se troppo lungo) ma nemmeno per un teatro che non incida e si confronti nel presente (ma non è colpa di Frosini/Timpano aver scritto questo testo nel 2019 e risvegliarsi in teatro in un 2021 post-pandemico).
Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Fabbricone
via Ferdinando Targetti, 10/8 – Prato
domenica 30 maggio, ore 18.00
Frosini/Timpano presentano:
Ottantanove
drammaturgia e regia Elvira Frosini e Daniele Timpano
con la collaborazione artistica di David Lescot
con Marco Cavalcoli, Elvira Frosini e Daniele Timpano
disegno luci Omar Scala
scene e costumi Marta Montevecchi
musiche originali e progetto sonoro di Lorenzo Danesin
produzione Teatro Metastasio di Prato
in collaborazione con Kataklisma Teatro
e Teatro di Roma – Teatro Nazionale
residenze artistiche Istituto Italiano di Cultura Parigi, Città delle 100 Scale Festival
un ringraziamento a Compagnie du Kaïros – France
Venerdì, 4 giugno 2021
In copertina: Ottantanove, foto di Ilaria Scarpa (gentilmente fornita dall’Ufficio stampa del Teatro Metastasio di Prato).