di Lucia Mazzilli
Il fiume Altamaha è un importante corso d’acqua della Georgia lungo circa 220 chilometri. Prima di gettarsi nell’Oceano Atlantico confluisce con altri due fiumi, l’Oconee e il Ocmulgee disegnando un sofisticato arpeggio. La dimensione del suo bacino idrografico è decisamente grande – con i suoi 36.000 chilometri quadrati, si qualifica tra i più grandi della costa atlantica degli Stati Uniti. Quest’area, con le sue isole e spiagge, è un importante luogo di rifugio per molte specie di uccelli migratori che qui fanno scalo o svernano durante il viaggio tra l’Artico e il Sud America. Il bacino ha una sua storia sotto il profilo dell’archeologia del paesaggio.
L’immagine, frutto dei dati acquisiti dal radar ad apertura sintetica Airborne (AIRSAR), mostra campi di riso, canali, argini e altre insenature perdute da tempi lontani. Le paludi d’acqua salata sono mostrate in rosso, mentre le aeree dove sono presenti cipressi e querce sono visibili in giallo-verde. Lo sviluppo agricolo del delta dell’Altamaha iniziò subito dopo la fondazione della Colonia della Georgia nel 1733. Nel XIX secolo vennero messe a dimora circa 25 piantagioni sulle isole e sulle rive, sfruttando il ricco flusso alluvionale e l’inondazione annuale di acqua richiesta da alcune colture. Il primo prodotto coltivato fu l’indaco, che venne poi sostituito con coltivazioni di riso e cotone quando la domanda diminuì. Una tempesta nel 1824 distrusse gran parte della città di Darien (in alto a destra) e immerse molte delle isole con 20 piedi d’acqua (sette metri circa). La guerra civile pose fine a questo sviluppo agricolo e molte delle piantagioni dell’isola scomparvero lasciando il posto a foreste di pini e arbusti e fitti cespugli. Alcune aree furono usate come vivai di alberi per l’industria della carta e della pasta di legno, mentre la piantagione di Butler Island (al centro a sinistra) divenne un sito di conservazione della fauna selvatica e, per questa ragione, fu coltivata a riso selvaggio, alimento apprezzato da anatre e altri uccelli acquatici che se ne approvvigionavano durante le loro migrazioni.
Una curiosità: si pensa che la scrittrice Margaret Mitchell si sia ispirata all’ex proprietario della Butler Plantation per creare il personaggio di Rhett Butler nel suo romanzo Via col vento (Gone With The Wind), prendendo il nome da Rhett’s Island (in basso a destra).
I dati acquisiti dal radar ad apertura sintetica Airborne sono stati ottenuti durante una campagna del 1994-95 lungo la costa della Georgia. La capacità di AIRSAR di rilevare la densità della chioma della vegetazione, le caratteristiche idrologiche e topografiche di un’area lo resero uno strumento prezioso per lo studio dell’archeologia del paesaggio. AIRSAR è stato utilizzato come banco di prova per la tecnologia radar della NASA per dimostrare le potenzialità raggiunte dalla nuova indagine radar e acquisire dati per lo sviluppo di tecniche e applicazioni di elaborazione radar. AIRSAR volava a bordo di un NAS-DCA 8 presso il Dryden Flight Research Center della NASA, Edwards, California. L’analisi dei dati mostrati è stata effettuata dal Dr. Gary Mckay, Dipartimento di Archeologia e Geografia, e Ian Morrison, Dipartimento di Archeologia, entrambi dell’Università di Edimburgo (Scozia). AIRSAR fa parte del programma Earth Enterprise della NASA. JPL è gestito dal California Institute of Technology di Pasadena.
NASA/JPL/University of Edinburgh
Per ulteriori informazioni
www.jpl.nasa.gov/images/altamaha-river-delta-georgia-sea-islands
I fiumi, come gli uomini, solo in prossimità della fine vengono a sapere perché sono nati.
José Saramago
venerdì, 28 maggio 2021