Le scelte del Presidente Lopez Obrador per contemperare sicurezza e necessità
di Simona Maria Frigerio
Ruby Villarreal è architetto, specializzata in Architettura del Paesaggio e Storia dell’Arte Medievale e Rinascimentale, insegnante di Geopolitica nei programma di internazionalizzazione degli studenti dell’ITESM. Dopo essere stata addetta culturale del Consolato onorario del Messico a Firenze per circa dieci anni, attualmente è presidente dell’Associazione Culturale Entre Dos Mundos: Arte Cinema e Letteratura. Vive a Firenze ma torna spesso in Messico, dove è nata, per ragioni familiari e, proprio in occasione del suo rientro da Monterrey, abbiamo voluto intervistarla per capire meglio le scelte del Presidente López Obrador – in Italia, e in Europa, criticato per non aver voluto imporre un lockdown rigido nel suo Paese. Eppure, i dati del contagio sembrano confermare la bontà della scelta del Presidente se confrontati, ad esempio, con quelli italiani. Al 2 aprile 2021 su quasi 130 milioni di abitanti, i contagiati in Messico erano 2.2247.357 (l’1,7%); mentre, in Italia, su circa 60 milioni di persone i positivi erano 3.629.000 (il 6,05%).
Come ha trovato, nel suo ultimo viaggio in Messico, la situazione nel Paese, soprattutto a livello di morale delle persone ed eventualmente di preoccupazione per il Covid-19?
Ruby Villarreal: «Sono arrivata a Monterrey il 18 di novembre e sono rientrata a Firenze il 23 di gennaio di quest’anno. Appena arrivata in Messico mi sono resa conto che la situazione era più drammatica di quanto si pubblicava sui quotidiani, sia per numero di contagi come per numero dei decessi. Sono stata informata dalla mia famiglia della recente scomparsa di due carissimi parenti, a causa del Covid-19 mentre quasi la metà dei miei amici erano stati contagiati. Paradossalmente, a livello del morale ho riscontrato un vero ottimismo».
Come sta andando la campagna vaccinale?
R. V.: «“Arrivato alla sede, in meno di quindici minuti sono stato vaccinato, nonostante avessi sbagliato la data della prenotazione – anticipandola di un giorno. L’infermiera del triage mi ha detto di non andare via, perché a quel punto sarei stato comunque vaccinato”, sono le parole di mio padre quando mi ha raccontato la sua esperienza. Credo che questo aneddoto possa rendere bene l’idea di come stia funzionando la campagna vaccinale in Messico».
Quali misure per il contenimento della pandemia sono in atto?
R. V.: «Oltre al consueto distanziamento di 2 metri, l’utilizzo obbligatorio delle mascherine, e la chiusura dei locali commerciali in orari serali, esiste il divieto di ingresso nei luoghi pubblici di privati, istituzionali e commerciali, agli adulti over 65 anni, alle donne incinte e ai bambini di età inferiore ai 12 anni. Non c’è alcun coprifuoco né divieto di circolazione, ma raccomandazioni per conto del Governo di natura discrezionale».
In Messico esiste un sistema sanitario pubblico o dovete ricorrere ad assicurazioni private? E, nel secondo caso, le assicurazioni private sono costose?
R. V.: «In Messico esiste un sistema sanitario pubblico ma esiste la prassi, nella fascia di popolazione appartenente alle classi medie e alte, di ricorrere ad assicurazioni private, le quali sono molto costose».
Com’è la situazione economica nel Paese? In Europa si è criticato il Presidente López Obrador per non aver imposto un lockdown rigido. Ci spiega tale scelta politica?
R. V.: «Nel Paese non si è attuato il lockdown a causa della situazione sociale ed economica: 52 milioni di abitanti, su oltre 120 milioni, sono poveri e ‘vivono alla giornata’. E nonostante questo, tante attività commerciali sono fallite a causa delle restrizioni anti-Covid così come centinaia di migliaia di persone hanno perso il loro lavoro».
Cos’è accaduto alla vita culturale e sociale?
R. V.: «La vita culturale si è fermata con i musei, i teatri e i cinema chiusi. Le attività commerciali e di ristorazione sono rimaste aperte al pubblico anche se con orari limitati. Sono rimasta colpita dall’attenzione all’igiene nei ristoranti – a livelli altissimi – e alla ferrea volontà dei gestori di eseguire alla lettera tutte le norme sanitarie dei diversi protocolli istituzionali. I ristoranti con servizio al pubblico rimanevano aperti fino alle 22.00 nelle zone ‘arancioni’ e fino alle ore 18.00 nelle zone ‘rosse’».
Le scuole di ogni ordine e grado e le università hanno la didattica in presenza?
R. V.: «Nel settore privato le scuole di ogni ordine e grado e le università hanno scelto la didattica mista: in presenza e online. Per quanto riguarda il settore pubblico, per decreto presidenziale la televisione di Stato ha messo in onda il programma didattico ufficiale per sopperire alla mancanza di accesso a internet nelle zone povere del Paese. Si ‘assiste’ alla lezione guardandola alla televisione sui canali della rete pubblica».
Passando alla situazione più in generale, come è cambiata la vita per i cittadini messicani con l’arrivo di Andrés Manuel López Obrador alla Presidenza?
R. V.: «È migliorata a livello sostanziale in favore delle classi sociali ed economiche più vulnerabili, anche se si registrano importanti fallimenti nella gestione delle problematiche riguardanti la corruzione nelle cariche governative – ancora pesantemente presenti in tutta la Repubblica. Si constata tuttora la presenza del narcotraffico nelle strade e sulle poltrone del potere. Per quanto riguarda il tema della sicurezza sociale, i numerosi casi di femminicidio sembra che dimostrino come il fenomeno sia inarrestabile, nonostante le numerose commissioni antiviolenza e di genere costituite dal nuovo Governo. E non dimentichiamo che continua altresì l’uccisione dei giornalisti: 17 da quando AMLO è Presidente del Messico, ossia dal 1° dicembre 2018».
Venerdì, 16 aprile 2021
In copertina: Città del Messico. Foto di Cesar Salazar da Pixabay.