La nuova performace firmata Enzo Cosimi arriva a Fabbrica Europa
di Simona Maria Frigerio e Luciano Uggè
Cosa abbiamo visto? Danza? Teatro? Ricerca antropologica? Recita pro bono? Videointerviste per una puntata di Report sui senza fissa dimora? Sessione terapeutica aperta al pubblico?
Facile, troppo facile applaudire alle intenzioni senz’altro meritevoli, anche se ai senzatetto servirebbero di più piani socio-economici seri di reinserimento lavorativo e case famiglia o abitazioni popolari, che non palcoscenici e riflettori accesi per farci plaudire alle loro miserie e farci sentire al sicuro e migliori tornando nelle nostre case riscaldate (ora che arriva l’inverno) e ben attrezzate (in caso di lunghi e noiosi lockdown futuri che, però, alla fine, ci porterebbero tutti in mezzo a una strada).
Questa danza che non è più danza perché si preferisce il non professionista (su esiti laboratoriali, tematiche vagamente similari e con l’ausilio di pezze o coperte, avevamo già visto Pietà di Virgilio Sieni a Orizzonti Verticali 2015, ossia sempre presso una costola di Fabbrica Europa); non è teatro perché il gesto ha ben poca pregnanza e solo una vaga costruzione drammaturgica; non è videoarte o cinema perché non vi è rielaborazione né sublimazione della materia ripresa nei video; quindi, cos’è?
Perché si compia una riconciliazione – impossibile, peraltro, in una società capitalistica tra coloro che appartengono al sistema e coloro che ne sono stati espulsi – occorrerebbe ricreare una comunità che nella tragedia si rispecchi e nella catarsi si purifichi. Ma di fronte a questa pantomima simil-sfilata – con tutto il rispetto per l’impegno – e nella sequela di brevi testimonianze di disagio, cosa si può compartecipare?
Dalle foto di altre repliche si comprende che forse lo spazio era troppo vasto a Scandicci e mancava la vicinanza spettatori/interpreti; che i migranti – utilizzati altrove – avrebbero dato più forza alle interpretazioni; e che i costumi di Marras – che qui mancavano – aggiungevano un segno importante per demarcare i due mondi.
Noi, seduti a latere o frontalmente, siamo rimasti spettatori di un dramma che non ci riguarda – come accade ogni giorno quando guardiamo le immagini televisive degli sbarchi di uomini e donne che, per noi, sono spogliati della loro umanità perché rivestiti dal termine asettico di ‘clandestino’.
Occorre tornare all’arte dei professionisti, che sublimi nella danza o nel teatro o in altra forma la realtà, perché il nostro occhio possa andare oltre il contingente fino al cuore e alle viscere e, da lì, risalire all’intelletto per pretendere “un altro mondo possibile”. Di fronte a queste proposte si applaude per dimostrare di essere buoni, poi si torna a casa e si chiude la porta a chiave.
Lo spettacolo è andato in scena nell’ambito di Fabbrica Europa:
Teatro Studio Mila Pieralli
via Gaetano Donizetti, 58 – Scandicci (FI)
venerdì 2 ottobre 2020, ore 21.00
La bellezza ti stupirà
regia, video e coreografia Enzo Cosimi
disegno luci Giovanni Magnarelli
violoncello Flavia Passigli
con la partecipazione di Abdul, Alessandro, Andrea, Anna C., Anna F., Antonella, Cristina, Darush, Elena, Grazia, Guido, Marta, Maurizio, Paolo, Rosangela, Salvatore, Simona, Zoran
organizzazione Anita Bartolini
produzione Compagnia Enzo Cosimi, MIBACT, Cagliari Capitale Italiana della Cultura 2015
in collaborazione con Fondazione Teatro della Toscana
Venerdì, 9 ottobre 2020
In copertina: Enzo Cosimi. Foto ©Daniela Zedda (tutti i diritti riservati).