Dissacrante, disarmante: torna sul palco il cavallo di battaglia di Babilonia Teatri
di Simona Maria Frigerio
Sono passati otto anni dal suo debutto ma l’Italietta, sopra e sotto il palco, è sempre la stessa.
Razzismo, maschilismo, omofobia, ipocrita perbenismo, sfruttamento, mancanza di etica. Questo il ritratto impietoso e kitsch del nostro Paese secondo Babilonia Teatri.
Un ritratto fulminante, apocalittico, ma giocato sui toni sarcastici del registo grottesco che non sublima ma, in questo caso, rende ancora più stridenti le contraddizioni di una scoietà che ha perso la sua capacità di pensare con il proprio cervello. Di giudicare secondo principi, di pretendere una cultura, una visione del mondo, una società solidali, aperte, rispettose della diversità come fonte di arricchimento; un’università critica, intellettuali indipendenti, giovani che rivendichino i loro diritti e non debbano arroccarsi su posizioni perse in partenza, in questo sfacelo umano prima ancora che economico.
Tra sagaci ritratti di cattolicissimi veneti che smadonnano mentre giocano alla morra; esseri umani catalogati in base alla loro etnia, con la stessa precisione di un Lombroso (negre prostitute, albanesi scafisti, etc.); odi atavici che ricomprendono l’intero universo-mondo; lo stivale torna ad avere tacco e punta solamente in due occasioni. Quando l’Italia vince i Mondiali di calcio, autentico rituale laico che accomuna l’intero Paese da nord a sud. E ai funerali di Stato, che siano del tenore o di qualche vittima della mafia. D’un tratto ci si stringe intorno alle vedove, si spreme qualche lacrimuccia e poi ci si guarda intorno per vedere se si riconosce il vip di turno.
Nessuna pietà, nessuna speranza, nessun domani. Ieri come oggi lo sfascio riguarda tutti e non ne verremo fuori a meno di non spegnere la tv (come già predicava Pasolini), smettere di comprare oggetti tanto inutili quanto futili, e cominciare a immaginarci che un altro mondo sia ancora possibile.
Pubblicato su Artalks.net, il 14 novemre 2015
In copertina: Il ‘tricolore’. Foto di Divily da Pixabay.