Al Museo di San Matteo, le tre sculture che fecero scandalo
di Simona Maria Frigerio e Luciano Uggè
A Pisa, la piccola mostra con i tre volti attribuiti a Modigliani che, negli anni Ottanta, crearono un caso, può essere l’occasione giusta per visitare il bel museo cittadino.
I tre bassorilievi, scoperti nel Fosso Reale nell’84, che crearono scompiglio nel mondo dell’arte, mettendo alla berlina il metodo attribuzionista (e in dubbio la possibilità, soprattutto quando si tratti di arte contemporanea, di essere certi che un’opera sia autentica in un universo artistico che ormai non crede più nell’unicità della stessa e propugna, al contrario, la sua riproducibilità – anche seriale), oltre a ricordarci quanto possano essere labili i confini tra vero e falso, servono da incentivo per visitare, a Pisa, un Museo che forse non è al centro delle rotte turistiche ma merita sicuramente – per qualità delle opere esposte e bellezza della struttura che le ospita – una visita.
Lasciamo quindi alle nostre spalle le diatribe della critica d’arte con il dubbio che se quelle tre sculture non fossero mai state attribuite a Modigliani, nessuno le avrebbe mai considerato degne di nota, e iniziamo il nostro viaggio tra alcuni capolavori dell’arte dal XII al XVI secolo.
Tenendo presente che non saremo esaustivi e la nostre sono solo proposte di visione – quando il Museo vanta anche altre opere di pregio – vi consigliamo, innanzi tutto, di soffermarvi al piano terra sulle tele di Pietro da Cortona, recentemente recuperate e che troveranno a breve la loro collocazione definitiva nel museo stesso.
Di seguito, dirigetevi verso la sala dedicata alle croci dipinte su legno, tipiche dell’arte dell’Italia centrale tra il XII e il XV secolo. Anche per coloro che non amassero particolarmente questo genere, il consiglio di visitarla è valido perché la stanza emana grande fascino grazie a un’illuminazione che esalta gli ori e ammorbidisce i modellati e la stessa si può ammirare anche da una prospettiva quasi unica, ossia dall’alto, salendo al piano superiore e fermandosi sul ballatoio. Qui, tra l’altro, sono visibili due antifonari corali di pregevole fattura.
Scendendo nuovamente, suggeriamo di soffermarvi su una Madonna col Bambino del XIII secolo di Nicola Pisano, dal modellato delicato, e di lasciarvi suggestionare dalle luci e ombre del lungo corridoio dove due schiere di statue lignee vi faranno da scorta fino alla piccola tavola del San Paolo di Masaccio (datata 1426), che rifulge d’oro e della luce dei panneggi perlacei.
A seguire la Madonna col Bambino in trono fra i santi Caterina, Stefano, Lorenzo e Dorotea (1478/79) di Domenico Ghirlandaio, quasi coeva de La Vergine con il Bambino e santi di Piero della Francesca, con la quale condivide in certa misura l’impostazione spaziale e un’armoniosa distribuzione dei personaggi, oltre a quella lunetta che, accogliendo la Vergine con il Bambino, invita al raccoglimento e al silenzio.
Proseguendo il percorso scoprirete (anche se con un po’ di difficoltà vista la quasi totale mancanza di illuminazione) La Madonna in adorazione del Bambino, un piccolo capolavoro del maestro della ceramica policroma invetriata, Andrea di Marco della Robbia – autore, tra l’altro, della Madonna col Bambino e Angeli nella lunetta della cattedrale di San Zeno a Pistoia.
Del periodo in cui Pisa è conquistata da Firenze e, in qualche modo, invasa dai suoi artisti, segnaliamo la Madonna dell’Umiltà del Beato Angelico (1423), tra le prime opere del maestro eppure elegante esempio del suo stile; e la Madonna con Bambino e Sant’Anna con donatrici, del Ghirlandaio (1468), grande protagonista del Rinascimento del Magnifico.
Arriviamo quindi alla stanza che raccoglie le statue della Chiesa della Spina, che riteniamo interessante non solo in quanto mostra capolavori in marmo come la Madonna del Latte (1343/47) di Andrea e Nino Pisano e la Madonna col Bambino (XIII/XIV secolo) di Giovanni Pisano (oltre all’olio su tela del Sodoma, Sacra Conversazione (1542)), bensì perché offre il racconto dell’evoluzione della chiesa stessa – situata a Pisa, lungo le rive dell’Arno – grazie a un video ben fatto, breve eppure esauriente, ricco di spunti e anche di curiosità, che educa senza annoiare.
A conclusione del giro, dedicate una decina di minuti allo scenografico spazio presbiteriale della Chiesa di San Matteo (risalente al XIII secolo), dalle verticali sontuose e dotato di una luce naturale proveniente dall’alto che esalta i modellati degli architravi, dei capitelli, della statue e degli altorilievi esposti – tra i quali segnaliamo i quattro dedicati alla nascita di Cristo.
Sebbene il silenzio e la calma siano indispensabili per una visita piacevole, ci è spiaciuto solamente constatare l’assoluta mancanza di altri visitatori.
Pubblicato (con minime modifiche) su Artalks.net, il 9 ottobre 2014
In copertina: il Lungarno pisano ove sorge anche il Museo di San Matteo. Foto di Simona M. Frigerio (tutti i diritti riservati, vietata la riproduzione).